A partire dal 1997, nei Paesi che fanno parte dell’Unione Europea, i produttori di cosmetici hanno l’obbligo di riportare sulle etichette dei loro prodotti l’elenco delle sostanze utilizzate. Questo elenco ha un nome che in pochi conoscono, si chiama cioè INCI, dall'inglese International Nomenclature of Cosmetic Ingredients.

Per lungo tempo non riuscivo a capire quale fosse la linea guida per formulare questo elenco, solo recentemente ho avuto conferma del fatto che le varie sostanze in esso riportate seguono un ordine di concentrazione decrescente, in modo tale che i consumatori affetti da allergie possano identificare con facilità la presenza di un determinato allergene prima di utilizzare il prodotto, in qualsiasi Paese Europeo si trovino a vivere.

L’INCI nasce per la difesa di tutti i consumatori, perciò la sua corretta “interpretazione” fornisce anche altre preziose informazioni. Le sostanze citate nelle prime righe sono presenti ad elevate concentrazioni, se perciò vogliamo evitare quelle ritenute tossiche per la nostra salute, sarà meglio che non siano presenti in concentrazioni elevate. Tutte le sostanze sono riportate in lingua inglese, ad eccezione di quelle vegetali, la cui nomenclatura è in lingua latina, poiché segue una classificazione botanica.

In questo elenco è possibile trovare anche dei codici numerici, utilizzati per identificare i coloranti, contenuti a loro volta nel Color Index, da cui la sigla CI che precede il numero (per fare un esempio, il rosso carminio sarà contraddistinto dal codice CI 75470). Cosa possiamo riscontrare nella composizione di un prodotto?

Innanzitutto i tensioattivi, che caratterizzano quei prodotti che detergono formando schiuma e, per questa loro caratteristica, presentano una parte lipofila e una idrofila. Queste sostanze agiscono sullo sporco, catturandolo, ma se troppo aggressive possono seccare la nostra pelle, in quanto raggiungono il suo strato lipidico. I più aggressivi tra i tensioattivi sono quelli di derivazione petrolchimica, come il Sodium Laureth Sulfate e il Sodium Lauryl Sulfate.

In secondo luogo ci sono gli emollienti, che speso hanno origine sintetica, come i derivati del petrolio, identificabili come paraffinum liquidum oppure mineral oil e quelli siliconici, riconoscibili dal suffisso -one oppure -siloxane. Gli emollienti naturali, invece, sono ottenuti spesso dai semi di alcune piante e nell’INCI figurano con il nome botanico (in latino) della pianta da cui sono stati estratti e il suffisso -oil.

I conservanti utilizzati per formulare i prodotti cosmetici e per l’igiene personale hanno la funzione di contrastare la proliferazione batterica nel prodotto dopo la sua apertura. Essi possono essere naturali oppure sintetici e sono certamente indispensabili nella formulazione di questi prodotti, la cui alterazione può causare infezioni o irritazioni fastidiose e inopportune. E’ anche vero che sarebbe preferibile evitare alcuni conservanti ad azione simil-estrogenica, come avviene nel caso dei parabeni, una famiglia di conservanti che nell’INCI può essere facilmente individuata grazie al suffisso -paraben.

Un altro conservante ritenuto tossico è il Triclosan, insieme alla grande famiglia di cessori di formaldeide, come DMDM Hydantoin, ecc. Sorvolando sui coloranti, un discorso a parte meriterebbe l’EDTA, il più diffuso e utilizzato tra le sostanze sequestranti, la cui funzione è quella di coadiuvare i tensioattivi, proteggendoli dal calcare dell’acqua. L’EDTA, infatti, è una sostanza fortemente inquinante, che, trasportata dall’acqua, rientra nella catena alimentare, riversando la propria tossicità in ciò che mangiamo.

Questo non vuol essere un discorso esaustivo, poiché sono molteplici i prodotti che quotidianamente utilizziamo per l'igiene e la cura del corpo. Interessandomi di ecologia, non posso tralasciare aspetti che si ripercuotono in maniera così importante sull’ambiente e sulla nostra salute. Leggere consapevolmente l’elenco dei prodotti che utilizziamo ogni giorno, può aiutarci a scegliere in modo più obiettivo e salutare prima di tutto per noi stessi e i nostri figli, secondo un approccio eco friendly che non vuol essere moda del momento ma salvaguardia del nostro futuro.

Il prossimo appuntamento è per il 7 maggio.