La Fondazione Roma offre al pubblico unʼesposizione mai realizzata prima, in cui sono rievocati gli splendori di uno dei più grandi sovrani dellʼumanità, lʼimperatore dellʼIndia Akbar (Umarkot, 1542 - Agra, 1605). La mostra Akbar. Il Grande Imperatore dell'India è promossa dalla Fondazione Roma e organizzata dalla Fondazione Roma-Arte-Musei con Arthemisia Group, e sarà ospitata nelle sale del Museo Fondazione Roma, Palazzo Sciarra, dal 23 ottobre 2012 al 3 febbraio 2013. Lʼevento è patrocinato dal Mibac - Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dal Ministero della Cultura Indiano e realizzato grazie al coinvolgimento dellʼAmbasciata dʼItalia a New Delhi e dellʼAmbasciata dellʼIndia.

Curata da Gian Carlo Calza, la rassegna comprende opere prodotte durante il regno del più grande imperatore dellʼIndia degli ultimi 2000 anni. Sono state selezionate per illustrare le grandi trasformazioni storiche di unʼepoca ricca di eventi politici e sociali e raccontare la personalità di un uomo che ha dato un particolare apporto al dialogo artistico, culturale e religioso del mondo intero. Il regno di Jalaluddin Muhammad Akbar durò dal 1556 fino alla morte ed egli fu il più importante imperatore Mughal, divenuto Akbar - cioè il Grande - grazie all'impegno militare e alle molte conquiste, ma anche alle riforme amministrative, alla sua capacità di far convivere religioni diverse e di divulgare allʼinterno del proprio regno cultura, arte e bellezza.

In concomitanza della mostra la Fondazione Roma ha organizzato la rassegna cinematografica Bollywood Film Meeting Roma, che intende offrire uno sguardo sulle nuove tendenze che si vanno affermando nella produzione cinematografica in lingua hindi di Mumbai.

La rassegna, ideata da Gian Carlo Calza, è curata da Sabrina Ciolfi, indologa ed esperta di cinema indiano presso lʼUniversità degli Studi di Milano, e si terrà a Roma, presso il Teatro Quirinetta, dal 29 novembre al 9 dicembre 2012.

La mostra riunisce opere dʼarte nellʼintento di raccontare anche quellʼIndia classica, che circola nellʼimmaginario collettivo dellʼOccidente, fatta di imperatori Mughal, raja, e maharaja che regnavano con grandiosità e splendore, e che fu meta di esploratori, mercanti e conquistatori che giungevano da tutto il mondo in quella terra misteriosa, ricchissima e affascinante. Per illustrarla è stato selezionato un nucleo straordinario di oltre 150 opere che raccontano la vita e lʼoperato di Akbar, il terzo e principale sovrano della dinastia imperiale dei Mughal, la quale durò fino allʼannessione del subcontinente alla corona britannica nel 1858.

Di stirpe islamica, i Mughal erano stati fondati da Babur, primo conquistatore dellʼIndia, discendente di Chinggis Khan (1162?-1227) e di Timur (1369-1405), e vissuto dal 1483 al 1530, regnando dal 1526 fino alla morte. Dopo Babur i suoi figli, Kamran Mizra e Humayun - padre di Akbar - si spartirono il regno, ma presto sopraggiunse una guerra fratricida che spinse Humayun a rifugiarsi in Persia. Durante queste peregrinazioni, nel 1542 nella fortezza Rajput di Umarkot (attuale Pakistan) nacque Akbar, che fu affidato a uno zio in Afghanistan. Crebbe cacciando e combattendo tra i soldati e non gli fu impartita nessuna cultura: fu analfabeta per tutta la vita, ma questo non gli impedì di maturare un gusto per lʼarte, la musica, la letteratura e lʼarchitettura.

Nel 1556, a soli tredici anni, succedette al padre che aveva da poco riconquistato lʼimpero e grazie al genio militare di Bairam Khan, valente e fedele generale dell'esercito Mughal, Akbar conquistò gran parte del subcontinente e a diciannove anni assunse il controllo dellʼImpero. Si aprì così una nuova era per lʼIndia perché il giovane guerriero si rivelò uno dei sovrani più splendidi della storia. Egli puntò allʼintegrazione delle varie religioni autoctone con lʼIslam; chiamò eminenti esponenti di ogni credo a corte nominandoli ministri; eliminò la jizya, tradizionale tassa imposta ai non musulmani e volle allearsi con i rajput, antica casta di guerrieri indù; per questo sposò Hira Kunwari, figlia del Raja Bharmal e altre principesse.

Pur essendo musulmano ripudiò la guerra santa e la legge coranica; mise radici nella classe dirigente sposando donne di stirpi locali; abolì il concetto di religione di stato e introdusse princìpi di tolleranza ed eguaglianza tra le fedi, che rimangono eccezionali nellʼintera storia dellʼumanità. Spinto dalla sua tolleranza religiosa, tentò la creazione di una fede sincretica che fondesse lʼislam allʼinduismo; edificò la grandiosa capitale Fatehpur Sikri, la Città della Vittoria, dove visse per quattordici anni (1571-1585); sviluppò e diffuse le arti che suo padre Humayun aveva importato dalla Persia e con alcuni pittori persiani creò uno studio con oltre cento aiutanti per realizzare opere eccelse, il cui stile si diffuse in tutte le province del suo regno. La mostra Akbar. Il Grande Imperatore dell'India ne sottolinea i successi culturali e artistici, oltre che politico militari, il profondo spirito religioso e lʼapertura mentale, incomparabile nei confronti di tutte le fedi con cui venne in contatto.

Divisa in cinque sezioni per interpretare al meglio lʼopera dellʼimperatore e il suo ambiente storico-sociale, la mostra rievoca il favoloso splendore della corte Mughal attraverso acquarelli, dipinti, illustrazioni di libri, rarissimi frammenti di tessuti, tappeti, oggetti e armi tempestate di pietre preziose, introducendo allʼinternazionalismo di Akbar e al suo influsso sullʼEuropa del Sette e Ottocento.

1° sezione - Vita a Corte, governo e politica
La prima sezione racconta attraverso opere come Akbar riceve gli omaggi e La nascita di Salim nel 1569 momenti della vita pubblica e privata dellʼimperatore. Salim, primogenito di Akbar, nacque dallʼunione con Hira Kunwari. Diventerà imperatore con il nome di Jahangir, il conquistatore del mondo. Egli vide la luce a Fatehpur Sikri, dove Akbar aveva costruito la sua nuova capitale come ringraziamento per il figlio inaspettato. Le vesti dai colori sgargianti e la ritualità degli usi e costumi di quellʼambiente sono mirabilmente espresse in queste opere, dove le architetture del nuovo regno fanno da sfondo alle preziose tempere e acquerelli su carta e arricchiti con lʼoro.

2° sezione - Città, urbanistica e ambiente
La seconda sezione illustra, attraverso raffigurazioni dʼepoca, la costruzione delle città e lo sviluppo dellʼarchitettura e dellʼurbanistica. Si vedono uomini e animali - coi grandi elefanti indiani - impegnati nellʼedificazione di mura e palazzi secondo il nuovo stile voluto da Akbar, come per esempio in Akbar ispeziona la costruzione di Fatehpur. In mostra anche immagini che raccontano lʼimpegno degli imperatori precedenti nelle opere pubbliche, come si può vedere in Babur supervisiona la costruzione di un bacino presso la fonte di Khwajah sih yaran vicino Kabul, proveniente dal Baburnama (Biografia di Babur).

3° sezione - Arti e artigianato
In questa sezione, sono in mostra manufatti sia per uso locale sia per lʼesportazione in Occidente come antichi tappeti e coperte nuziali, porta gioielli e cassettoni finemente intarsiati dʼavorio, ottone e madreperla, a documentare la ricchezza e la ricercatezza della corte di Akbar. Lavori elegantemente decorati, con animali e motivi fitomorfi, come in Tappeto con coppie di uccelli su paesaggio e nel Frammento di tappeto. In mostra anche manoscritti, sculture, tessuti indo-portoghesi e oggetti di arredamento provenienti da alcune delle principali raccolte indiane, europee, statunitensi e arabe.

4° sezione - Guerra, battaglia e caccia
Nella quarta sezione, opere come Babur a caccia di rinoceronti vicino a Bigram (Peshawar) il 10 dicembre 1526 e Lʼavventura di Akbar con lʼelefante Hawaʼi, raccontano scene di combattimento e di lotta mitiche e storiche, e la pratica delle grandi spedizioni di caccia fatte con i mastodontici elefanti. Tra questi, spesso ritratto come montatura di Akbar, Hawaʼi che secondo la leggenda fu uno dei più forti elefanti esistenti, quindi difficilissimo da gestire, ma che il grande imperatore riusciva a dominare e cavalcare. Esposte anche armi da combattimento e da parata spesso decorate da pietre di grande caratura come la Daga con elsa in bronzo dorato, incastonata di rubini o la Spada curva a un taglio, in acciaio intarsiato di avorio, legno e velluto.

5° sezione - Religione e mito
La quinta sezione racconta la religione del tempo, il rapporto tra i differenti culti - islamico e hindu principalmente, ma anche jain, zoroastriano e cristiano - e il sentimento della tolleranza tanto diffuso da Akbar. Illustrazioni mitologiche, sacre e letterarie sono rappresentate in opere come la tempera su carta intitolata Un angelo in conversazione con un gruppo di europei e nella miniatura La trasformazione dellʼoceano [di latte in burro], che racconta della grande impresa di dèi e demoni per raggiungere lʼambrosia, nettare della vita eterna. La mostra - in linea con la missione culturale del presidente della Fondazione Roma, Emmanuele F.M.Emanuele - esemplifica come la forza delle relazioni internazionali contribuisca insieme con il dialogo artistico, culturale e religioso, a trasformazioni storiche per le quali sono fondamentali personalità carismatiche e magnifiche come fu Akbar il Grande. 

Palazzo Sciarra
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Orario di apertura
Dal martedì alla domenica
Dalle ore 10.00 alle 20.00
La biglietteria chiude alle ore 19.00

Biglietti
Intero € 10,00
Ridotto € 8,00
Ridotto gruppi € 8,00 (minimo 10 - massimo 25 persone, dal martedì al venerdì)
Scuole € 4,50
Famiglia € 20,50