Dal 9 giugno al 16 settembre 2012, la Collezione Peggy Guggenheim presenta Ciclismo, Cubo‐ Futurismo e la Quarta Dimensione. ‘Al velodromo’ di Jean Metzinger. Centro focale della mostra, a cent’anni esatti dall’esecuzione, sarà il dipinto Al velodromo (1912) di Jean Metzinger (1883 ‐ 1956), acquisito da Peggy Guggenheim nel 1945 e oggi parte della sua collezione conservata a Palazzo Venier dei Leoni. L’artista francese raffigura il proprio soggetto attraverso un linguaggio prettamente cubista, unendo uno sport popolare come il ciclismo ai tentativi di rendere e definire in pittura la velocità e la quarta dimensione, il tempo, a cui allude quel numero “4” che appare sullo sfondo, sugli spalti del velodromo, alle spalle del ciclista protagonista della tela. Sebbene oggi messo in secondo piano rispetto ai suoi più celebri contemporanei quali Pablo Picasso e Georges Braque, Metzinger figura tra i cubisti che esposero nella Sala 41 in occasione del Salon des Indépendants di Parigi del 1911, evento che segnò il consolidarsi del Cubismo nell’ideologia artistica parigina e nei circoli artistici del tempo, e ha un ruolo assolutamente centrale nella comprensione del movimento cubista, una delle più originali avanguardie del XX secolo. Insieme a Albert Gleizes, sempre nel 1912, Metzinger pubblica Du Cubisme (1912), il primo libro sui metodi e gli scopi del Cubismo.

L’opera Al velodromo illustra gli ultimi metri della famosa corsa ciclistica Parigi‐Roubaix e raffigura Charles Crupelandt, vincitore dell’edizione del 1912. La Parigi‐Roubaix si è guadagnata diversi soprannomi: “Inferno del Nord”, per l’estrema difficoltà dei percorsi sul pavé in cui si trovano impegnati i corridori, “Regina delle classiche” e “Corsa di Pasqua”. Il dipinto di Metzinger è la prima opera di carattere avanguardistico a rappresentare in modo così specifico un evento sportivo. L’artista incorpora nell’immagine i suoi concetti di prospettiva multipla, di simultaneità e tempo, secondo la propria convinzione per cui la quarta dimensione è fondamentale per un nuovo genere di arte in grado di competere con la tradizione classica della pittura francese di Jacques‐Louis David e Jean‐Auguste‐Dominique Ingres. Metzinger faceva parte di un gruppo di intellettuali e artisti, tra cui Guillaume Apollinaire, Albert Gleizes, František Kupka, che frequentavano la dimora dei fratelli Duchamp, Marcel Duchamp, Raymond Duchamp‐Villon e Jacques Villon, nel quartiere di Puteaux, a Parigi, e che, spinti dall’ammirazione nei confronti di Maurice Princet, noto come il “matematico del cubismo”, discutevano a lungo su questioni quali la geometria non‐euclidea, la matematica teoretica, la sezione aurea e le dimensioni “non‐visibili”.

L’unione di un soggetto di carattere sportivo, testimonianza di una nuova passione della cultura popolare francese, con un ambizioso apparato intellettivo e visivo, centrale per il nascente movimento cubista, rende l’opera Al velodromo un capolavoro assoluto.

La mostra è stata ideata e curata da Erasmus Weddigen, che per primo ha scoperto l’identità del ciclista protagonista de “Al velodromo” e l’anno esatto di realizzazione. Affiancheranno il quadro altre opere esposte al pubblico per la prima volta insieme: due dipinti di Metzinger sullo stesso soggetto, e un terzo, da poco riscoperto, sul tema della quarta dimensione, prova della conclusione delle ricerche da parte dell’artista sulla dinamica del movimento. In mostra non mancheranno raffigurazioni dello stesso tema di grandi maestri del futurismo italiano, Umberto Boccioni, Fortunato Depero, Gino Severini e Mario Sironi, insieme a Forme uniche di continuità nello spazio (1913) sempre di Boccioni e due opere di Marcel Duchamp, Scatola in una valigia (1941) e Nudo (studio), Giovane triste in treno (1911‐12), legate al tema dell’elasticità dello spazio, e dipinti di Georges Braque e Louis Marcoussis, che illustreranno la presenza della sabbia quale “terza dimensione” nell’arte, ovvero la profondità, il volume, lo spazio reso tangibile dalla stratificazione.

L’esposizione intende documentare la passione, oggi come allora, per il ciclismo, e in special modo per la Parigi‐Roubaix, con modelli di biciclette provenienti dalla collezione di Ivan Bonduelle, in prestito a lungo termine al Musée Régional du Vélo ‘La Belle Echappée’, La Fresnaye‐sur‐ Chédouet, dal Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo, e dal designer Marco Mainardi dello Studio Dimensione Servizi. Sarà inoltre in mostra la bicicletta da corsa di Fabian Cancellara, vincitore della Paris‐Roubaix nel 2006 e nel 2010, gentilmente concessa dalla squadra Radioshack Nissan Trek. Le tematiche teoriche e sportive della mostra andranno a convergere in una bicicletta, messa a disposizione del pubblico, proveniente dall’Università di Tübingen in Germania, pensata per illustrare le teorie spazio‐temporali formulate da Albert Einstein.

Paul Wiedmer (1947), artista svizzero che vive e lavora tra il Lazio e Burgdorf (Svizzera) ha creato per la mostra Cyclosna, una scultura che sarà esposta nel Giardino delle Sculture Nasher della Collezione Peggy Guggenheim, legata al tema dell’eternità del tempo, che rimanda concettualmente ad altre opere in mostra con allusioni alla natura “filosofica” delle gare ciclistiche.

Erasmus Weddigen è storico dell’arte e restauratore. Dal 1970 al 1986 è stato capo conservatore del Museo di Belle Arti di Berna. Dal 1997, insieme alla moglie Sonya Weddigen‐Schmid, gestisce lo studio di restauro “Saveart” di Berna.

Il catalogo della mostra include saggi di Erasmus Weddigen, Sonya Weddigen‐Schmid, André Blum, Wolfgang Drechsler, Hans‐Jürgen Heinrichs e Nina Aydt, Božena Nikiel, Hanns Ruder, Paul Schwartzbaum, Ferruccio Petrucci, e un’intervista a Fabian Cancellara.

Collezione Peggy Guggenheim
Palazzo Venier dei Leoni
Dorsoduro, 701
Venezia 30123 Italia
Tel. +39 041 2405 411
Fax +39 041 520 6885
www.guggenheim‐venice.it

Orario di apertura
10.00 – 18.00, chiuso il martedì e il 25 e 26 dicembre

Biglietteria on-line
www.teleart.org
Tel. +39 041 2405440/419

Come arrivare
da Piazzale Roma‐Ferrovia: linea diretta 2, direzione Lido, fermata Accademia (25 minuti circa); linea 1, direzione Lido, fermata Accademia (30 minuti circa) / Vaporetto dell’arte, fermata Accademia da Piazza S. Marco: linea 1, 2 direzione Piazzale Roma ‐ Ferrovia, fermata Accademia (5 minuti circa)