Album: raccolta fotografica, certo; lavoro discografico, ancora più comune; ma album, per etimologia, significa prima di tutto bianco, con la sua luce, la sua neutralità da riscrivere e da immaginare. Non stupisce allora che Album – Raccontare con la luce sia il titolo della quarta collettiva di Garage Bonci, dedicata a chi con la luce – dalla luce - lavora e inventa.

Dal 22 Giugno l’ex officina meccanica di Pietrasanta ospita otto fotografi di approccio e intenti diversi ma accomunati da una visione illuminata in cui natura e tecnica si fondono; otto fotografi alla ricerca di una luce co-protagonista, le cui conseguenze (ombre, riflessi, rifrazioni) non sono al servizio del soggetto, ma diventano soggetto esse stesse. In mostra fino al 21 Luglio, Valentina Angeloni, Fausto Meli, Luigi Montuoro, Corrado Moscardini, Jenny Papalexandris, Pietro Pisoni, Andrea Tesauri, Riccardo Varini raccontano stanze ed esperienze in cui è prima di tutto la luce – e il suo contrario -, a dare il tono all’ambiente.

In BlacKey di Tesauri il corpo umano è appena leggibile oltre il fulmine che lo illumina e lo crea, mentre le finestre di Angeloni recitano da prime attrici, non più comprimarie del mondo che insieme aprono e chiudono. E’ bianco assoluto l’inverno dei Silenzi di Riccardo Varini, opaco e infinitamente malinconico il diario di Luigi Montuoro ne La perpetua. Tanto violenti sono i flash delle Luminescenze di Moscardini quanto pacati, foschi di polvere, i Luoghi vissuti da Pisoni. Invitano alla meditazione le candele e le abat jour delle Alchimie di Fausto Meli, sospese in un’ora che pare indefinibile e così lontane dai neon nervosi di Jenny Papalexandris, intermittenti e accecanti il tempo di una notte (quella di Halloween, ritratta correndo in Falling Away).

Oltre l’oggetto e la figura, Album – Raccontare con la luce presenta otto atmosfere a un tempo mute e assordanti in cui le immagini descrivono e nascondono fotografando frasi e parole, ma lasciando allo spettatore l’onere della punteggiatura.

Album – Raccontare con la luce è aperta i weekend, dal venerdì alla domenica, dalle 18 alle 22.30, fino al 21 Luglio. Opening sabato 22 Giugno, ore 18.30. L’ingresso, come sempre, è libero.

Valentina Angeloni (1978, vive e lavora a Milano) dà rilievo a un non-soggetto. Lente, strumento e mezzo attraverso cui guardare qualcos’altro, la finestra nelle sue fotografie si esprime come protagonista assoluta cui accostarsi su livelli di volta in volta diversi, in una narrazione che va oltre la mera estetica acquistando dignità interpretativa. Così nella serie Stories le finestre completano un vissuto al tempo fisico e psicologico; in Thoughts, invece, il discorso si fa concettuale, dettato da una libera quanto personale associazione di idee dell’artista.

Fausto Meli (1956, vive e lavora tra Piacenza e Milano), ingegnere per formazione, ha un approccio progettuale alla fotografia. Di conseguenza, nei suoi scatti luci e ombre descrivono ora una natura netta, lontana da filtri impressionisti (Reflexion), ora un passato insieme remoto e prossimo, dove la polvere non ricopre ma, anzi, è quasi lente di ingrandimento (Il passato si deve fermare). La razionalità tecnica è però strumento del suo contrario: una ricerca inconscia oltre il luogo e il soggetto per descrivere quell’essenziale altrimenti invisibile.

E’ estremamente narrativo l’uso che Luigi Montuoro (1966, vive e lavora a Milano) fa della fotografia. Nei suoi scatti, infatti, l’oggetto è sempre soggetto o complemento di una frase, pagina o capitolo di una storia. Un corridoio e un viale trafficato raccontano la quotidianità (Andando a), una sveglia e una matita la liturgia contemporanea (Any Day), la staticità di un ufficio le ansie dei nostri giorni (La crisi in silenzio), sbarre, ombre e ruggine il dramma di Benito Albino Dalser (Sindrome paranoide): in Montuoro cose e situazioni altrimenti anonime prendono significato e pertinenza lette in un contesto che da visivo si fa anche verbale.

Corrado Moscardini (vive e lavora a Reggio Emilia) preferisce fotografare edifici, case, palazzi. Addirittura in Vista mare l’obiettivo dà le spalle alla spiaggia per immortalare scalinate, terrazzi, attici e balconi: in pratica quel che è davanti al – e da cui presumibilmente si vede il – mare. Sua convinzione è infatti che l’architettura più di altro fattore misuri i cambiamenti della società. Con lei, nel lavoro di Moscardini anche la luce si trasforma: naturalmente lattea negli scatti degli anni Ottanta (il nevoso Inverno nella bassa), elaborata digitalmente oggi (gli accenti elettrici su Parigi e Valencia in Luminescenze).

Jenny Papalexandris (1964, vive e lavora a Sidney), artista visiva – pittrice e scultrice, oltre che fotografa -, nelle sue immagini indaga in una direzione sensibile più ampia, al di là della vista. Sentire più che vedere, la dimensione ideale in cui vuole spingere lo spettatore. Così nei suoi scatti, nelle serie Chair e Falling Away, cose e persone sfuggono alla retina, confuse ora in un aurea fosforescente, ora in un movimento fugace: quel che resta di loro, nell’obiettivo, è la sensazione del loro passaggio.

La fotografia di Pietro Pisoni (1964, vive e lavora a Milano), non è mai studiata: è provocata, semmai, dal progressivo avvicinamento di tessere di un mosaico inconsapevole che si crea, pezzo dopo pezzo, nella mente dell’artista. E’ il risultato, a vedere meglio, di un campo lungo che, dalla coda dell’occhio, arriva a mettere a fuoco un’immagine parlante. Questo il cammino di quei Luoghi vissuti in cui Pisoni compone e ricompone capricci – nel senso vedutista del termine -, di un passato polveroso.

Andrea Tesauri (1986, vive e lavora a Reggio Emilia), il mezzo contemporaneo – la fotografia –, lo usa per un fine arcaico: ritrarre (e studiare, e scomporre) il corpo umano, come già il buon primitivo lo abbozzava sulle pareti delle grotte. Il risultato, però, è tutt’altro che anatomico. Quel corpo umano ritratto (e studiato, e scomposto), è infatti solo eventualmente leggibile, o comunque lo è in seconda istanza: focus dell’immagine di Tesauri è semmai la luce bianca, sperimentazione che insieme svela e nasconde, emerge e sommerge.

Riccardo Varini (1957, vive e lavora a Reggio Emilia), sorprende descrivendo luoghi, situazioni, oggetti con un’ottica sempre nuova, diversa e opportuna: così se le Geometrie marine sanno di sole e salmastro grazie a una lettura sfumata e rarefatta, nel suo Paesaggio urbano i contorni sono fisici, reali, incisi in una periferia dai colori quasi pop. La sua fotografia è ricca di citazioni – Ghirri, ma anche Hopper -, ma la vera protagonista resta la luce in un percorso che è insieme visivo e poetico.

Garage Bonci
Piazza della Repubblica, 3
Pietrasanta (LU) 55045 Italia
Tel. +39 331 7671163

Orari di apertura
Venerdì - Domenica
Dalle 18.00 alle 22.30
Ingresso libero