Giò Marconi ha il piacere di annunciare una mostra di André Butzer che presenta una nuova serie di dipinti. Questa è la terza personale dellʼartista allestita negli spazi della galleria dal 2006.

Il lavoro di Butzer da sempre si confronta con la pittura esplorandone la storia, I limiti e le possibilità.

Le prime opere dellʼartista sono animate da un uso quasi psichedelico di colori, spesso popolate da forme biomorfe, figure dal ghigno inquietante, maschere dagli occhi vuoti che ricordano alcuni personaggi di Walt Disney con evidenti rimandi alla storia dellʼarte, in particolare allʼEspressionismo, ma anche alla politica, ai fumetti e alla fantascienza. Su sfondi dal cromatismo quasi grottesco si mescolano realtà e utopia, storia passata e presente, lʼartista infatti ha definito questa parte del suo lavoro “Espressionismo Fantascientifico”.

In seguito Butzer sembra, ma solo apparentemente, abbandonare la figurazione, infatti a partire dalla fine degli anni ʼ90 intreprende un suo personale percorso guidato dallʼastrazione: gli sfondi dai colori squillanti sono sostituiti da superfici monocrome, grigie, dalla pittura pastosa, popolate solo da linee in movimento, simili a cavi elettrici, dipinte con colori brillanti, molto materici.

La mostra, da considerarsi come prosecuzione della prima personale dellʼartista N-Leben (Vivere-N) tenutasi nella galleria nel 2006, presenta la serie dei cosiddetti dipinti-N e alcuni nuovi dipinti Post-N.

Intorno al 2010 circa Butzer infatti inizia a realizzare una nuova serie di opere, i dipinti-N, risultato di un processo in cui sia la figurazione che i colori dai toni sgargianti scompaiono: superfici grigie fanno da sfondo a qualche forma rettangolare che sembra non avere nè un inizio nè una fine, quelle linee che precedentemente erano realizzate spremendo direttamente il tubetto del colore sulla tela ora sono strisce piatte dipinte con il pennello.

N sta per Nasaheim (NASA Home), un neologismo creato dallʼartista che deriva dalla combinazione di NASA (lʼacronimo dellʼorganizzazione Americana per la navigazione spaziale) e Anaheim la città dʼorigine di Disneyland. Si tratta di un posto immaginario, irraggiungibile, inventato dallʼartista, un non luogo dove secondo Butzer sono custoditi tutti i colori e dove la creazione troverà il suo compimento.

Butzer concepisce la sua produzione artistica come il lungo svolgimento di una sequenza ininterrotta, per cui anche le sue prime opere dipendevano da “N”.

I dipinti-N costituiscono una sorta di punto zero della pittura dove, il rapporto tra i colori, la struttura compositiva e lʼunità pittorica sono portati allʼestremo, i dipinti-N rispondono solo alle loro stesse regole, celebrano lʼautonomia del mezzo pittorico, dove anche lʼartista occupa una posizione di secondo piano.

I lavori realizzati in seguito hanno accentuato ulteriormente la sua ricerca sul colore puro e sulla luce: lo sfondo argentato è diventato bianco contrapposto a fasce di colore nero che fluttuano nello spazio pittorico, riempiendolo, e creando una forte opposizione cromatica.

Non si tratta di una serie che può essere ripetuta meccanicamente: le opere, che potrebbero sembrare una semplice variazione cromatica degli elementi orizzontali e verticali che le compongono, in realtà presentano notevoli differenze nelle pennellate, nel modo in cui è trattata la superficie con la tempera allʼuovo, lavorata con una raffinata emulsione, nellʼuso e nelle gradazioni dei colori. Se ci si avvicina alle tele e se le si osserva attentamente, leggere sfumature di colore emergono dallo sfondo. Sempre diversi sono gli elementi che compongono lʼimmagine e così anche la relazione tra gli spazi non è mai la stessa. Verticale e orizzontale si confrontano, si oppongono, rappresentando la relazione pittorica tra vita e morte.

“Butzer non costruisce o dipinge rettangoli, i suoi dipinti creano delle condizioni. La sua arte non è costruttivista. Per comprenderla o per farne esperienza, lo spettatore deve identificarsi fortemente con il dipinto. (…) Ogni immagine può essere letta come una porzione di luce che nella sua unicità fa riferimento allʼinfinito processo della vita e della morte”. (Thomas Groetz)

La mostra presenta oltre alla serie acromatica dei dipinti-N anche alcune nuove tele colorate di piccole dimensioni, i dipinti Post-N.

André Butzer, è nato nel 1973 a Stoccarda, vive e lavora a Rangsdorf vicino a Berlino. Tra le sue ultime personali: Galerie Max Hetzler, Berlino; Metro Pictures, New York; Patricia Low Contemporary, St. Moritz (2013); Galerie Xippas, Parigi; Galerie Bernd Kugler, Innsbruck; Galerie Christine Mayer, Monaco; Rhona Hoffman Gallery, Chicago; Galerie Guido W. Baudach, Berlino (2012); Kestnergesellschaft, Hannover (2011); Kunsthistorisches Museum - CAC Contemporary Art Club at Theseustempel, Vienna (2011); Metro Pictures, New York; Galerie Christine Mayer, Monaco; Galerie Heinrich Erhardt, Madrid (2010); Kunsthalle Nürnberg, Nuremberg (2009). Inoltre ha partecipato a numerose mostre collettive: Kunsthalle Emden e MoCA - Museum of Contemporary Art, Los Angeles (2013); Kunsthalle Düsseldorf; Museum für Konkrete Kunst, Ingolstadt/Kunstraum München, Monaco (2012); The Saatchi Gallery, Londra; (2011); Kunstmuseum St.Gallen; Galerie Christine Mayer, Monaco; Galerie Krinzinger, Vienna, (2010); Oldenburger Kunstverein; MUMOK, Vienna; ZKM - Museum für Neue Kunst, Karlsruhe; Kestnergesellschaft, Hannover (2008).

Le sue opere sono conservate in importanti collezioni pubbliche tra cui: Goetz Collection, Monaco; Hamburger Bahnhof, Berlino; MOCA, Los Angeles; Kunsthalle Emden; Phoenix Art Museum; Seattle University; The Saatchi Gallery, Londra; University of Chicago.

Galleria Giò Marconi
ViA Tadino, 15
Milano 20124 Italia
Tel +39 02 29404373
info@giomarconi.com
www.giomarconi.com

Orari di apertura
Martedì - Sabato
Dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00

Immagini correlate

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