L’esposizione che inaugura venerdì 24 gennaio alle ore 17.30 alla Galleria Cavour di Padova, propone quaranta grandi tele e venticinque disegni rappresentativi dell’originale ricerca speculativa e pittorica che Attilio Taverna (1945) ha sviluppato negli ultimi trent’anni intorno al concetto di forma, in particolare intorno alla natura formale della luce e alla sua possibile visualizzazione; esiti che gli hanno valso importanti riconoscimenti in ambito estetico e scientifico internazionale. Organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, nell’ambito del Format Universi Diversi, la mostra Attilio Taverna. Forma, luce, quanti, a cura di Gian Paolo Prandstraller e Maria Luisa Biancotto, rimarrà aperta al pubblico dal 25 gennaio al 9 marzo 2014.

"Con la pittura-sostiene l’Assessore alla Cultura Andrea Colasio- Attilio Taverna arriva a visualizzare la struttura originaria della materia qual è definita dalla fisica dei quanti e alcuni degli infiniti modi in cui si produce la realtà fenomenica". Attraverso una ricostruzione della forma, basata sui percorsi vettoriali della luce nello spazio-tempo, l’artista bassanese approda alla visualizzazione di fenomeni fisici essenziali, come quelli indagati dalla meccanica quantistica e dalla teoria del caos. Le sue opere, di straordinario impatto visivo, insistono, di volta in volta, sulla rottura di simmetria, sulle germinazioni in termini coloristici e luministici delle figure geometriche semplici, sulle trasparenze percettive, e ancora sulla complessità e sul caos, inteso come creazione infinitamente mutevole di forme, sulla visualizzazione di algoritmi, sulla luminosità aperiodica…

Egli attinge alla matematica, alla fisica dei quanti le leggi che attengono alla costituzione della realtà fenomenica, proponendone una visualizzazione attraverso il linguaggio astratto della pittura. Prende forma così nelle sue opere l’immagine dei processi che avvengono nel mondo dell’infinitamente piccolo e che l’occhio naturalmente non vede. Pur avvalendosi della capacità immaginifica dell’autore, queste opere non sono propriamente fantastiche perché rendono percepibile ciò che accade nel momento aurorale di ogni espressione vitale.

I suoi quadri catturano il nostro sguardo in una fantasmagoria di traiettorie, onde, riflessi, simultaneità di campi differenti…, mostrando, visivamente, come si produca l’insorgenza di una forma, di un fenomeno, a cominciare dall’evento per eccellenza della luce. Gli effetti sono sorprendenti, spiazzanti, mettono in discussione i nostri canoni visivi, sollecitano nuove categorie estetico-interpretative.

Frutto di una riflessione che coinvolge la filosofia, l’estetica, la psicologia, oltre alla matematica e alla fisica quantistica, la pittura di Taverna apre un nuovo fronte di indagine per l’arte contemporanea, dagli sviluppi tuttora imponderabili. La sua esperienza, incorporata in opere di notevole impegno formale e intellettuale, testimonia la vitalità della pittura e i contributi in termini estetici e cognitivi che possono ancora venire dal fecondo connubio arte-scienza.

L’itinerario di Attilio Taverna prende avvio, nei primi anni ’70, nell’ambito dell’astrazione, e approda, dopo alcuni passaggi di impronta costruttivista, percettivista e minimalista, negli ultimi anni ’80, alla raffigurazione di fenomeni fisici essenziali, come quelli indagati dalla meccanica e dalla fisica quantistica.

Fondamentale per la ricerca di Taverna è stato, dopo gli studi di economia e l’Accademia di Belle Arti a Venezia, l’incontro con l’esimio professor Dino Formaggio, allora docente di Estetica all’Università di Padova, che molto apprezzava il suo lavoro. Con lui inizia un percorso teoretico che lo vedrà impegnato alcuni anni nell’Istituto patavino e poi in quello di Reggio Emilia. Seguirà un lungo soggiorno a Parigi, quindi negli Stati Uniti, e la pubblicazione, nell’89, dello studio Ricognizione per un’ipotesi di forma. Espone in varie città d’Italia e Germania e inizia la collaborazione con un’importante Corporation statunitense attiva sul mercato americano dell’arte contemporanea. Diversi i riconoscimenti estetici e scientifici ottenuti in ambito internazionale: nel ‘98 Taverna vince il concorso per la copertina della rivista Trends in Neurosciences dell’Università di Cambridge (UK) e nel 2004 per la copertina degli Atti del Congresso Internazionale di Matematica e Geometria Frattali 2004 tenutosi a Vancouver. Nello stesso periodo, la rivista scientifica newyorkese internazionale Chaos and Complexity Letters del gruppo editoriale Nova Scientia, NY, USA pubblica un suo articolo La natura della spazialità e il suo enigma, per un’esperienza estetica della pittura. Sue interviste teoretiche saranno pubblicate ancora nella rivista ufficiale di Filosofia Estetica dell’Università del Québec e del Dipartimento di Filosofia dell’Università Statale di Milano, nella rivista Mathesis dell’Università di Torino…Tiene lezioni in università italiane e straniere.

Galleria Cavour
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Orari di apertura
Martedì - Domenica
Dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00

Immagini correlate

  1. Attilio Taverna, Vestigia rationis, 2006, olio su tela, 200 x 200 cm
  2. Attilio Taverna, Specularità e rottura di simmetria, 2006, olio su tela, 200 x 200 cm
  3. Attilio Taverna, Vibrazione di stringa e forma tetradica, 2005, olio su tela, 200 x 200 cm