La galleria Il Ponte presenta una mostra di Bruno Gambone (Vietri 1936), artista assai noto come ceramista, che fra le fine degli anni Cinquanta e i primi anni Settanta, si era però dedicato interamente alla pittura.

Dopo essersi stabilito a New York, nel 1963, la sua pittura geometrica, sulla linea di certo Minimalismo statunitense, attraverso colori vividi e brillanti, acquisisce una volumetria che emerge fortemente oltre la superficie pittorica. Fra il 66 e il 67, sia attraverso strutture lignee dipinte, che con la realizzazione di volumi geometrici schiacciati contro la parte e rivestiti di tela, tale tridimensionalità prende corpo e acquisisce forte rilievo.

Nel 1967 a Milano, dove si trasferir l'anno successivo, nella galleria del Cenobio, invitato dall'amico Alviani, realizza un ambiente di tele tensionate su strutture lignee, introdotto da un testo di Germano Celant.

Prosegue poi su questa linea con opere che hanno le caratteristiche sostanziali della "pittura oggetto", di cui scrive Gillo Dorfless nel 1967, raccogliendo in una mostra a Roma all'Arco d'Alibert di Mara Coccia, insieme a Fontana: Castellani, Bonalumi e Scheggi. Soprattutto con gli ultimi due Gambone era legato da fraterna amicizia e unità di intenti e insieme partecipano in quegli anni a numerose mostre e ad azioni artistico-teatrali.

Questo mondo di Bruno Gambone, pur citato negli studi degli altri autori, si può dire che sia rimasto celato, per oltre quarant'anni, dalla sua ben più nota attività di ceramista, cui si dedica pressoché interamente poco dopo la morte del padre Guido (ceramista attivo fra il 1909 e il 1969).

Questa mostra, costituita da dieci tele estroflesse e da una grande opera ARA (1969), che impegna interamente il piano inferiore della galleria, corredata da un ampio e dettagliato catalogo, cerca di riportare alla luce questo complesso di opere e la loro storia.

Si va così colmando una lacuna nella storia dell'arte italiana degli anni Sessanta, che hanno sicuramente rappresentato un momento magico della creatività artistica italiana.

Bruno Gambone nasce a Vietri sul Mare (Salerno) nel 1936. Fin da ragazzo, agli inizi degli anni cinquanta, si dedica alla ceramica facendo esperienza nello studio fiorentino del padre Guido, uno dei grandi ceramisti italiani del XX secolo. Ad una successiva collaborazione nella manifattura di Andrea d'Arienzo (1958) si accompagna la sperimentazione di interventi su stoffe e la pittura su tela, esperienze queste che l'artista porta avanti in parallelo, tanto da presentare la sua prima personale di pittura alla galleria La Strozzina in Palazzo Strozzi a Firenze alla fine degli Anni Cinquanta.

Nei primi anni sessanta si stabilisce a New York dove frequenta Rauschenberg, Nevelson, Stella, Lichtenstein, Warhol. Oltre che di pittura e scultura si occupa di teatro e cinema.

In questo decennio il suo lavoro viene presentato in personali e collettive tanto in Italia (tra le altre, Galleria Il Chiodo, Palermo, 1966; Galleria del Cenobio, Milano; Mostra internazionale dei giovani, Milano, Torino, 1967; Oggi, Salone Annunciata, Milano, 1968) quanto all'estero (Henry Gallery, Washington, 1964; Galleria Bonino, Rio de Janeiro, 1967; 30 artisti europei, Galleria M, Bochum, 1969).

La sperimentazione di materiali, forme, colori e decorazioni sempre più presente nella sua opera dalla fine degli anni sessanta arricchisce le esperienze fatte proprie negli anni cinquanta. La "geometria della forma" che risentiva dell'eredità classica presente nella ceramica del padre, viene sostituita da una "geometria percettiva", immateriale, e l'"idea" diventa punto focale del suo lavoro.

Nel 1968 torna in Italia e si trasferisce a Milano, città d'elezione dell'arte contemporanea, dove conosce e frequenta gli artisti Castellani, Fontana, Scheggi, Bonalumi, Colombo.

L'anno seguente, venendo a mancare il padre, Gambone ritorna a Firenze dedicandosi quasi esclusivamente alla ceramica, con un'attività espositiva che lo vede impegnato per un ventennio in un susseguirsi di mostre e partecipazioni a fiere nazionali (Concorso Internazionale della Ceramica, Faenza, 1971 - '72, '74, '77 - Biennale di Venezia, 1972; XV Triennale di Milano, 1973; Concorso della Ceramica Mediterranea, Grottaglie, 1979, Gallery, Bologna, 1985; Galleria Piaser, Torino, 1987; Galleria My Home, Albenga, 1988; Galleria L'Angololungo, Roma, 1990; Arte Fiera, Bologna, 1991; Galleria Fallani Best, Firenze 1996) ed internazionali (Fiera di Monaco, 1974; Galleria Silverberg, Malmoe, 1975; Art Muddy, Tokyo, 1979; Museum Modern Art, New York, 1982; Festival del design italiano, Houston, 1983; III International Ceramic Festival, Mino, Giappone, 1992).

L'artista non manca al contempo di fare degli sconfinamenti, soprattutto negli anni settanta e ottanta, in altri campi: nel vetro con alcune collaborazioni con le cristallerie di Colle Val D'Elsa e successivamente con i laboratori veneziani, creando oggetti d'arredo tra cui tavoli e lampade, e nell'oreficeria, disegnando gioielli ispirati ad animali fantastici, quegli stessi che popolavano le sue ceramiche.

Bruno Gambone fa parte del Consiglio Nazionale della Ceramica ed è Membro dell'Accademia di Ginevra. Da un decennio è direttore artistico del Premio Nazionale della Ceramica di Vietri sul Mare e tra le sue recenti esposizioni si annoverano Donne Madonne e Sirene (Napoli, 2001), Corno d'Autore (Napoli, 2001), Terra e Fuoco (Bruxelles, 2003), Metamorfosi di terra (Torino, 2007), Sculture (Galleria Il Ponte, Firenze, 2007).

Galleria Il Ponte

Via di Mezzo, 42/b
Firenze 50121 Italia
Tel. +39 055 240617
info@galleriailponte.com
www.galleriailponte.com

Orari di apertura

Lunedì - Venerdì 15.30 - 19.00
Sabato su appuntamento

Immagini correlate
  1. Installazione ambientale, 1969, Bochum
  2. Portrait, 1969
  3. Installazione, 1967, gall.del Cenobio, MI
  4. Oggetto, 1967, tela su tavola sagomata
  5. Oggetto, 1970, tela estroflessa
  6. Oggetto, 1969, tela estroflessa (dettaglio)