La personale di Christian Zucconi negli spazi milanesi della Galleria Bianca Maria Rizzi & Matthias Ritter si propone di raccogliere una rappresentanza di ogni ricerca estetica intrapresa dall’artista negli ultimi cinque anni. Dalla scultura, alla fotografia fino al video, ogni aspetto del lavoro di Zucconi è esposto come insieme unitario di uno studio interamente dedicato al corpo umano. A partire dagli esiti kenoclastici esposti nel Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco di Milano, passando attraverso il periodo delle “opere nere” ispirate dai sotterranei dell’Antico Ospedale del Ceppo di Pistoia, si arriva alla serie fotografica Cenere e ai video Dogma e Blank (che non solo testimoniano della tensione dell’artista a sperimentare diversi linguaggi ma si pongono come vere e proprie installazioni spaziali), fino alle inedite sculture ispirate al Leviatano hobbesiano che dà il nome alla mostra. È qui infatti che per la prima volta sono esposti gli esiti di una ricerca che ha portato lo scultore a stravolgere l’idea michelangiolesca di “blocco unico” per interpretare, attraverso blocchi formati da “pietre di scarto” e uniti da fili di ferro e ricoperti di cera, la frammentazione psicologica, sessuale, culturale ed estetica dell’uomo contemporaneo simboleggiata dal “grande Leviatano: la moltitudine unita in una sola persona”.

Durante la mostra verrà effettuata una performance, in occasione della quale sarà data ai visitatori la possibilità di spaccare, in prima persona e con le proprie mani, una scultura in pietra di Christian Zucconi, successivamente "ricucita" dall'artista secondo il suo metodo di lavorazione. Sarà quindi possibile assistere, in una galleria privata, a un evento inedito per due ragioni: innanzitutto perché in tal modo il pubblico potrà contribuire attivamente a una fase fondamentale e “topica” del lavoro di Zucconi. In secondo luogo perché - diversamente da quanto accade usualmente negli spazi espositivi -, non solo sarà possibile toccare e manipolare un’opera in mostra, ma anche perché in tal modo il visitatore, partecipando attivamente al processo creativo, darà letteralmente l’impronta di sé a un'opera unica, irripetibile e totalmente personale.

Christian Zucconi, nato a Piacenza nel 1978, intraprende la propria ricerca artistica già dal ’90, quando inizia la collaborazione carrarese con il Laboratorio Corsanini e con l’Officina Martello di Broni.

Sono anni in cui lo studio della tecnica e la passione per Michelangelo lo portano a soluzioni estetiche poderose, che saranno protagoniste della prima personale organizzata da Piero Molinari all’Università Cattolica di Piacenza nel 1998. Nel successivo decennio si impegna, oltre che in un’oculata attività espositiva, nella realizzazione di grandi monumenti pubblici.

Summa di questo periodo, la personale del 2007 curata da Alain Toubas e Flavio Arensi nella Pinacoteca del Castello Visconteo di Legnano, dove in piazza San Magno espone la gigantesca Legione.

Da quel momento la scultura monumentale interessa sempre meno a Zucconi, che vira la propria ricerca verso una scultura più intimista e meditativa basata sull’interpretazione individuale del mito classico, tanto che alla fine del 2007 inventa la tecnica kenoclastica, tecnica scultorea consistente nella distruzione di un’opera finita, nel suo svuotamento e nella successiva ricomposizione. Attraverso il drastico abbattimento di peso e all’uso di strutture interne invisibili, amplia le possibilità tecniche e iconografiche della scultura in pietra. I risultati di quella “sofferta distruzione, svuotamento e ricostruzione di una scultura (e di se stessi)” vengono presentati da Rudy Chiappini nel 2010 in una “scandalosa” personale nel museo d’arte antica del Castello Sforzesco di Milano.

Dopo Edipo e dopo la Cena in Emmaus di cadaveri esposta alla Biennale di Venezia del 2011, sentendo esaurita la vena mitologica e religiosa, senza più filtri Zucconi spinge profondamente la sua ricerca nelle zone d’ombra dell’uomo contemporaneo. Mentre la sua scultura si fa sempre più “brutale e sporca”, inizia una serie di collaborazioni trasversali che lo porteranno dai Musei Civici di Palazzo Farnese di Piacenza per la cura di Elena Percivaldi al Museo dell’Opera del Duomo di Prato per la cura di Luca Beatrice, fino a contaminazioni con la moda, la musica, la fotografia e la video arte. Importanti in questo periodo le collaborazioni con Mustafa Sabbagh, con il quale concepisce progetti comuni di scultura e videoinstallazione a Porto (Portogallo) e a Milano in occasione di Hot, sempre a cura di Beatrice. Da questo momento, stratifica e completa la sua ricerca artistica affiancando alla scultura la performance, il video e soprattutto la fotografia nel progetto in progress Cenere, presentato per la prima volta al Museo d’Arte Contemporanea del Ticino a cura di Mario Casanova in occasione della mostra Combinations: reflecting on silence. Dal 2013 il drammatico momento storico e una coscienza ecologica sempre più forte lo portano ad assemblare scarti di lavorazione in grandi blocchi per dare espressione a una società sempre più violenta, disgregata e confusa.

Mostra curata da Emanuele Beluffi

Galleria Bianca Maria Rizzi & Matthias Ritter
Via Cadolini, 27
Milano 20137 Italia
Tel. +39 347 3100295
info@galleriabiancamariarizzi.com
www.galleriabiancamariarizzi.com

Orari di apertura
Martedì - Sabato
Dalle 15.00 alle 19.00