Il progetto video-installativo e site specific Posthumous di Corpicrudi disegna un’articolata narrazione simbolica. Il cui segno unitario si rintraccia nella figura archetipica del ciclo, continuo, infinito, proprio dell’eternità dell’essere. Dove la floridità, inarrestabile, della natura scandisce, ritmicamente, il tempo nel suo doppio negativo. La morte.

Posthumous (dal latino, postumus, postumo) presenta sei filmati in bianco e nero. Opere che tracciano un apparato simbolico di rappresentazione, coerente e stratificato. Le prime tre, intitolate studio numero uno, due e tre, provengono dal ciclo progettuale Le Vergini, e aprono la sequenza narrativa affrontando il tema della soglia e del limite. Quindi, seguono due video tratti dalla Sinfonia in Bianco minore. Ed, infine, un lavoro inedito, L’ascesa (post.). Opere, queste ultime, che ritualizzano l’idea del ripartire, del viaggio e della risalita. Figure che, intese in senso puramente simbolico, riaffermano il senso della continuità ciclica, come eterno ritorno.

La presentazione di queste tre blocchi filmici, si svolge sincronicamente, adottando tre punti di proiezione, e, di conseguenza, tre diverse superfici schermiche. Individuate dalla precisa conformazione architettonica dello spazio espositivo.

Prende corpo un organismo unitario di significazione. Un racconto, continuo, circolare, di trasfigurazione e di rinascita.

Nello specifico, la prima unità, divisa in tre frammenti video, intitolata Le Vergini, dipinge tre ritratti distinti. Tre corpi, giovani, di donna. Isolati, evanescenti, fissi, che, distesi su un manto erboso in aperta campagna, si lasciano riprendere in una sequenza frammentata, spasmodica. Emerge, lentamente, l’erotismo duro della terra, intesa come genitrice. Madre. La cui convulsa, ed eterea sensualità si pone come limen, segno sacrale, da oltrepassare.

Questi primi tre lavori costituiscono la prima stazione di un percorso iniziatico, che continua nel ciclo dei video tratti da Sinfonia in Bianco Minore. In cui, si staglia, perentorio, il simbolo circolare. Il cerchio infinito, senza limite, della danza. Le tre figure, come le tre grazie dell’iconografia classica, si muovono, dolcemente, lungo i contorni morbidi. Danzano in tondo. Descrivendo un movimento intorno ad un punto unico, uguale, sempre, a se stesso. Vortice che, poi, trasla la propria tensione in un spostamento lineare, rettilineo, nel video L’Ascesa(post.). Qui, le tre giovani donne sono in marcia, per risalire lungo il crinale di un declivio erboso. Salgono la montagna. La gnosi si consuma nella salita. Ritualisticamente.

L’opera alchemica si conclude nell’ultimo video, che risolve la negritudine della terra, propria dell’avviarsi del percorso misterico, iniziato nel primo ciclo di video, nella fissità diafana dei tre volti. E’ il cielo mattutino che abbacina lo sguardo. Vivificandolo e rendendolo lucido.

Immobilità, magica, che prelude, inevitabilmente alla successiva, ennesima, inevitabile ripartenza dal luogo materno. La terra umida sui cui sono riversi i corpi nei video iniziali.

Posthumous descrive, così, un ciclo simbolico, di concatenazioni, di slittamenti e di rimandi. Un Ouroboros, chiuso su se stesso, che traccia un percorso misterico per immagini.

Per aprirsi alla ricerca di una pietra filosofale, incorruttibile. Nuovo simbolo della bellezza e della vita, nel suo eterno ripetersi.

A cura e testo di Fabio Campagna.

Corpicrudi è un progetto artistico per visioni firmato dagli artisti Samantha Stella e Sergio Frazzingaro (Genova, vivono e lavorano a Milano).

Presenti presso gallerie d’arte contemporanea, musei e teatri internazionali, collaborano con scrittori, poeti, coreografi, stilisti, artisti visivi, compositori, riviste e networks culturali. La ricerca artistica cresciuta negli anni attraverso i differenti linguaggi direttamente utilizzati - fotografia, video, installazioni con elementi strutturali e corporei - ne ha messo in luce le riflessioni sul corpo, la morte, la bellezza, l’armonia e l’eternità.

Oltre a personali e collettive in gallerie d’arte, tra cui Sinfonia in Bianco minore con l’artista Daniele Giunta nella Basilica di S. Maria Maggiore e Traffic Gallery a Bergamo (2012), Le Vergini nella galleria Guidi&Schoen a Genova (2011), ed Aeternitas presso il Duomo di Molfetta (2012), le antiche carceri della Cittadella di Alessandria (2011) e il Castello Aragonese di Taranto, sede della Marina Militare Italiana, con direzione scientifica di Achille Bonito Oliva (2010), progetti presentati presso Galleria Civica di Trento, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, Musei di Strada Nuova di Genova, Auditorium Parco della Musica di Roma, Auditorium Mart di Rovereto. Hanno partecipato a debutti internazionali con il coreografo Matteo Levaggi e il Balletto Teatro di Torino con le creazioni Primo Toccare e Le Vergini nei teatri di New York, Lione, Belgrado e Miami, oltre a prestigiosi teatri italiani tra cui il Teatro Comunale di Bologna. Recensioni su Financial Times e The Brooklyn Rail di New York; un documentario dedicato da Sky Classica TV nel 2011 e una pubblicazione per Les Cahiers Européens de l'Imaginaire 2012 del Ceaq-Sorbonne di Parigi.

Corpo 6 Galerie

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Orari di apertura
Martedì - Venerdì
Dalle 16.00 alle 19.00 o su appuntamento