Durante la 55. edizione della Biennale d'Arte di Venezia 2013, la mostra Crossover apre il dialogo tra gli artisti della Scuola di HUBEI e alcuni esponenti della nuova scena artistica italiana.

Venezia, porta d’Oriente, guarda con estrema attenzione ai paesi che stanno rinnovando il loro linguaggio artistico come la Cina. La mostra Crossover / A dialog between the Chinese School of Hubei and the New Italian Art Scene, curata da Ji Shaofeng e Alessandro Riva, mette in luce il lavoro e le esperienze di un gruppo coerente e articolato di artisti cinesi --‐ la cosiddetta Scuola di Hubei --‐ ponendoli a confronto con analoghe esperienze provenienti dall’arte italiana contemporanea. Se gli artisti cinesi raccontano la realtà della nuova arte del loro paese, sospesa tra avanguardia e tradizione, tra recupero delle tecniche tradizionali e accenti fortemente contemporanei, analogamente anche gli artisti italiani di queste ultime generazioni hanno compiuto un percorso di recupero di tecniche tipiche della tradizione italiana (pittura e scultura, in primis, ma anche fotografia e video, trattati con un’impostazione fortemente classica e raffinata dal punto di vista esecutivo e formale), pur con accenti e modalità contemporanee, mescolandole con influenze novecentesche, con uno sguardo alle tematiche sociali e con un continuo rimescolamento delle forme e dei richiami estetici tipico della surmodernità. Parallela alla 55. edizione della Biennale d'Arte di Venezia 2013, dal 1 giugno al 24 novembre alla Tesa 113, Arsenale Nord, Crossover non vuole essere dunque un semplice confronto a distanza, ma il primo tentativo di mettere insieme due esperienze lontane geograficamente, mescolandole e cercando di lasciare che gli artisti stessi si contaminino, si guardino e influenzino vicendevolmente.

Ecco allora i quadri di uno dei maestri della Scuola di Hubei, Guo Zhengshan, che rinnova la tradizione della natura morta con uno stile rarefatto e raffinatissimo che sfiora a volte l’astrazione, dialogare con quelli di Dany Vescovi, che parte da una pittura decorativa, di grande rigore formale, per costruire un nuovo linguaggio, mescolando pittura astratta e figurazione.

La nuova astrazione di Davide Nido a confronto con i quadri rigorosi e fortemente simbolici di Xiao Feng; la ricerca sul paesaggio urbano di Marco Petrus che dialoga con il piglio espressionista dei paesaggi naturali di Zhang Zhan.

Le scene inquietanti dipinte da Lang Xuebo, memori di pellicole cinematografiche o retaggi storiografici, dialogare con le sculture in terracotta e in bronzo di Paolo Schmidlin, che con raffinato iperrealismo modella antiche e sfiorite dive del cinema, o controversi personaggi storici; le raffinatissime foto di Matteo Basilé, cariche di simbologie e di rimandi religiosi e profani, a confronto con il lavoro installativo e scultoreo di Fu Zhongwang, in eterno equilibrio tra suggestioni formali arcaiche e nuove mitologie del contemporaneo.

Le foto del duo Li Yu & Liu Bo, che ripercorrono, con taglio spettacolarizzato, episodi di cronaca di tutti i giorni, a confronto con le ambigue e inquietanti visioni di Simone Bergantini.

E ancora, il lavoro sulla doppiezza della visione e dei punti di vista di Yuan Xiaofang, messo in relazione con le opere di Enrico Lombardi, che lavora sul paesaggio italiano, in bilico tra pittura trecentesca e suggestioni metafisiche, per ragionare sull’ambiguità e sulla potenza evocativa del mezzo pittorico.

Le complesse installazioni di Wei Guangqing, che ragiona sul rapporto tra spazio del presente e simbologie dell’inconscio, dialogare con i quadri e le installazioni di Desiderio, eternamente in bilico tra mondo reale e suggestioni oniriche.

E, ancora, i quadri di Ma Lin, fortemente classici nell’impianto formale e nella presenza importante del disegno, a confronto con le bizzarre figure di Elena Monzo, nelle quali la traccia forte del disegno si carica di una sovrastruttura di materiali diversi e di riferimenti sovrapposti e caotici.

Le complesse installazioni di Li Bangyao, che rimandano al rapporto tra tempo presente e memoria, tra metafore del quotidiano e simbologie profonde della storia, dialogare con il lavoro fotografico di Angelo Marinelli, che riflette sui simboli sottesi al paesaggio contemporaneo e sulle costrizioni non viste del reale.

Inoltre, gli straordinari incubi visivi di Fulvio Di Piazza, novello Arcimboldo contemporaneo, confrontarsi con le favolose e bizzarre composizioni della giovane e bravissima pittrice Guo Zi. E ancora i giochi visivi di He Diqiu riflettere gli altrettanto sorprendenti ossimori visivi, sospesi tra iperrealismo e fantascienza, del gruppo i Santissimi. I ragionamenti tra parola e immagine di Yang Guoxin, o i quadri evanescenti e magici di Wang Ging, dialogare con i sorprendenti giochi di ombre fotografiche di Teresa Emanuele o con gli incredibili videoritratti di Davide Sebastian.

E infine, le sculture in silicone di Zhan Rui, eternamente sospese tra realtà e finzione e tra simbologia dell’oggetto e oggetto reale, giocare a distanza con le sculture in legno e bronzo, cariche di mistero e di riferimenti ancestrali, di Aron Demetz.

Arsenale Nord
Tesa 113
Venezia 30124 Italia

Orari di apertura
Dalle 10.00 alle 18.00