Gagliardi Art System è lieta di presentare FV +/- Space (Proliferation), seconda parte del progetto di Daniele D’Acquisto, proposto in forma embrionale nel Novembre dello scorso anno nell’ambito di FV Prelude (Dust), project-room in cui l’artista indagava l’origine della forma.
A differenza del preludio, la seconda parte del progetto affronta il concetto di proliferazione in riferimento sia all’idea di espansione volumetrica che alla capacità delle opere di generarne altre. Sondando le possibilità palingenetiche e autopoietiche intorno alle ragioni della propria ricerca, Daniele D’Acquisto compie un’indagine (intorno alla zona liminale tra realtà e rappresentazione) che connette lo spazio fisico con i suoi molteplici modelli astratti. In mostra saranno presentate cinque distinte serie di lavori che sviluppano relazioni tra gli aspetti semiotici e le estensioni tangibili del concetto di “spazio”.

L’installazione Strings esprime l’idea cardine della mostra: la proliferazione della forma che si appropria dello spazio, espandendosi in esso per definirne le parti. Tra gli otto oggetti avviluppati nelle “stringhe” è posta in evidenza la cornice contenente l’immagine fotografica di Perda Liana (imponente torrione dell’era giurassica diventato simbolo dell’Ogliastra); l’acrocoro viene inoltre ripreso nella serie +/- Space in cui il paesaggio è stato abraso per generare dei vuoti all’interno dell’immagine con l’intenzione di restituirgli una dimensione oggettuale per mezzo della sovrapposizione di strati di plexiglas retro dipinti. +/- Space è anche il titolo di un’installazione a parete, composta da bicchieri, vasi o recipienti in vetro. Alcune sezioni di legno tornito aderiscono alla forma dei contenitori, in accordo con l’inclinazione delle mensole su cui sono disposti. L’opera formalizza un modello figurato (“il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto”), definendo così il discrimine tra lo spazio positivo e lo spazio negativo. Sfruttando i residui di lavorazione ottenuti da opere precedenti, la serie Dust PG8 conferisce tridimensionalità alle polveri prodotte in studio, qui sovrapposte alle effigi dei 14 piloti del “Group 8” (équipe di astronauti che la NASA selezionò nel 1978) stabilendo un legame con lo spirito di ricerca – tipicamente sperimentale – dell’artista. Infine, Desert (Dust) raccorda le metodologie del passato a quelle del presente. Come nei precedenti “deserti”, il terreno presenta una specularità che conferisce ordine al caos dell’immagine, ma laddove l’approccio al lavoro era caratterizzato dal totale controllo formale, gli esiti sono ora [in]formati dalla casualità.

Vernissage:
Giovedì 12 Aprile, ore 18.30 - 21.00

Orario:
Martedì - Sabato, 15.30 - 19.00

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