Il colore si fissa, penetra nelle trame della tela accompagnato dalle setole di un pennello o dalla fluidità dell’acqua. In una forma di tonalismo contemporaneo, che affida al colore e alle sue variazioni di intensità l’affioramento di una forma plastica, lievi modulazioni cromatiche modellano e descrivono figure e volumi. La struttura compositiva emerge dall’accumulo di tocchi cromatici e la scultura si manifesta nella presenza variabile del colore. “Un impasto, per concrezioni e penombre, di luce del mondo con la materia delle cose”, un orfismo pittorico libero dall’astrazione geometrica e reso contemporaneo dal recupero reale di esperienze soggettive. La risoluzione si colma di segni carichi di luce e di plasticità vibrante senza confini strutturali - Kaye Donachie e Dagmar Heppner sembrano abbandonarsi alle regole del colore - temperatura Romantica e registro di equivoci visivi nelle tele di Donachie, idea primordiale che si fa istintiva e ridondante nella scultura della Heppner.

Nella pittura di Donachie si attua una ricerca intima fatta di indizi temporali suggeriti, di volti malinconici sospesi nel tempo, di immagini che affiorano per poi perdersi nelle intense quinte cromatiche. Sono cristallizzazioni di attimi temporali perduti, di racconti interrotti, dove elementi estranianti consegnano alla storia altri significati. L’attuazione di una surrealtà pittorica si traspone nei titoli che suggeriscono una figurazione fatta di fisionomie misteriose avvolte in paesaggi desolati o androgini nudi di donna definiti da pochi tratti sicuri. Il colore disegna, il tono definisce luce ed ombre, come lo scultore fa con la pietra Donachie toglie materia per fare entrare la luce, illumina scene nascoste per imprimere nel ricordo ciò che andrebbe perduto.

Il lavoro scultoreo della Heppner concretizza materialmente la scelta di una tonalità decisa, fasce di colore disegnano lo spazio definendo un’astrazione libera fissata nell’aria. Un drappo leggero, sospeso, diviene gesto tridimensionale che si abbandona al suolo per protendere informe e spontaneo in concrezioni volumetriche di luce e ombra. Pittura spaziale o scultura bidimensionale, il lavoro della Heppner sembra essere una trascrizione aerea di una costruzione assonometrica; parte da un segno cromatico minimale che trasforma in solido complesso in un trionfo di opulenza ritmica chiaroscurale. 32 metri di stoffa danzano in un ipotetico spazio Euclideo. 32 nuance mischiate tra loro imprimano sulla tela una tonalità compressa che soggiace alle regole oscure del colore.

Kaye Donachie. Glasgow 1970. Vive e lavora a Londra. Mostre personali: 2012 Kaye Donachie, Marianne Boesky Gallery, New York; 2010 Kaye Donachie, Maureen Paley, London; 2009 Walpurgis Night, Peres Projects, Berlin, To conjure you up and make you fade, Marianne Boesky Gallery, New York; 2006 Kaye Donachie, John Connelly Presents, New York; 2005 Kaye Donachie, Peres Projects, Los Angeles, Kaye Donachie, Maureen Paley, London; 2004 Never Learn Not To Love, Artists Space, New York, Kaye Donachie, Maureen Paley, London; 1998 Kaye Donachie, Maureen Paley Interim Art, London; 1992 Kaye Donachie, Malvern Arts Centre, Worcester.

Dagmar Heppner. Amburgo 1977. Vive e lavora a Berlino e Basilea. Selected Solo Exhibitions: 2011 Echo, Raum für aktuelle Kunst, Luzern, Kurz Raus, Galerie Eva Winkeler, Köln; 2010 SUNDAY Fair, with BolteLang, London, Dagmar Heppner, Guerilla Galerie, St. Gallen, Invisible, Nextex, St. Gallen; 2009 d.h., BolteLang Berlin; 2008 Positions, Art Basel Miami Beach, with Eva Winkeler, Hörensagen, New Jerseyy, Basel, Auswärts, Galerie Mark Müller, Zurich, Opposites & Counterparts, Galerie Eva Winkeler, Frankfurt; 2006 Stick & Stones, with Karin Hueber, Vrits, Basel, Lust, with Karin Hueber and Kilian Rüthemann, Rottweil; 2005 Ni fleurs, ni couronnes, Kunsthaus Baselland, Muttenz; 2004 and, with Martin Hoener, Schalter, Basel.

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