Si apre venerdì 6 luglio, ore 18.30, a Palazzo Panichi il programma di iniziative artistico-culturali di Pi.Co. “Pietrasanta Contemporanea” 2012, con la mostra “Gli stati delle cose” di Giuseppe Restano a cura di Gianluca Marziani, in collaborazione con Gestalt Gallery.

L’iniziativa rappresenta uno dei principali appuntamenti del programma di Pietrasanta Contemporanea, promosso dal Comune di Pietrasanta e coordinato dalla Fondazione Centro Arti Visive, dedicati ad analizzare e portare alla luce alcune delle più interessanti declinazioni espressive del versante pittorico contemporaneo dell’ultima generazione.

Nelle sue opere Giuseppe Restano ha scelto di rappresentare la vita nella consueta normalità, sottoposta alla prospettiva trasversale della pittura, ad un’angolazione figurativa che indica la presenza di un occhio investigativo, vicino alla superficie delle forme, quasi ad osservarne le impronte nascoste, l’indecifrabilità sottile, la parzialità in campo.
Luoghi. Oggetti. Presenze… Formule semplici, immediate per uno schema ideativo ed elaborativo, una sorta di chiave empatica che apre un dialogo diretto col fruitore, trascinandolo nei mondi raccolti delle cose condivisibili.

L’artista dipinge la consuetudine silente delle cose assolutamente normali. Privilegia oggetti e luoghi tipici, riconoscibili, ma senza dichiararli con evidenza. In realtà agisce per continui close-up, captando dettagli e angolazioni lungo una linea ideale che ci porta a Domenico Gnoli, ad una metafisica del feticcio in cui l’oggetto si espande sulla tela, occupando lo spazio con frequenza geometrica, verso il telaio delle forme reali, verso la tramatura geometrica che disegna una quasi evidenza del vero.

La natura “investigativa” di Restano focalizza campi da tennis, gomme per cancellare, pompe di benzina, quaderni a quadretti, piscine, mattonelle, banchi scolastici, palle da tennis, palloni da basket… un occhio privato (legato ad un primo passaggio di natura fotografica) che elimina qualsiasi accenno dinamico e fissa gli scenari nel loro vuoto astrale, quando qualcosa sembra appena avvenuta o in fase di prossimo accadimento. Senti la sospensione gravitazionale, un’atmosfera filmica che evoca memorie importanti, come le calde giornate californiane di David Hockney, le stilizzazioni desertiche di Georgia O’Keeffe, gli esterni stradali di Ed Ruscha… i dovuti richiami si trasformano nel quid investigativo che Restano ha fatto proprio, creandosi una riconoscibilità di approccio, temi e stile. Ecco gli stati possibili delle cose normali che improvvisamente diventano anomale, talvolta inquietanti senza dirlo, troppo statiche per non nascondere una seconda pelle e un mistero senza risposte.

Quella di Restano è una metafisica flat che recupera il candore caramelloso degli anni Sessanta, mostrando il lato tattile delle forme reali, la loro amichevole apparenza, quel candore soffuso da acquario del reale. Ma come accade quando l’apparenza è troppo “appariscente”, qualcosa di ambiguo cresce e non si rivela, distillandoci quel dubbio investigativo intorno al vero. La domanda finale sorge ovvia: siamo sicuri di guardare una biglia, un calcio balilla, una pista da atletica, una racchetta da ping pong? Forse aveva ragione Magritte quando scrisse su un’opera : Ceci n'est pas une pipe.

Palazzo Panichi
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Orario di apertura
18.30-20.30 e 21.30-00.30
Ingresso libero