Due mostre per i 90 anni dalla nascita di Mario Lattes, pittore eclettico, artista raffinato e sperimentatore di tecniche e linguaggi eterogenei, ma anche scrittore, editore e ideatore di iniziative culturali.

Due mostre organizzate dalla Fondazione Bottari Lattes per rendere omaggio alla prolifica attività artistica di Lattes: la personale di olii su tela alla Galleria Massucco di Acqui Terme (Al), curata da Marco Vallora, inaugura giovedì 3 ottobre alle ore 18.00; la mostra di incisioni allo Spazio Don Chisciotte di Torino, curata da Vincenzo Gatti, apre al pubblico mercoledì 9 ottobre.

Personale di Mario Lattes, “L’Io spezzato” (3 Ottobre – 9 Novembre, Acqui Terme, Galleria Massucco)
La personale “L’Io spezzato” propone una selezione di più di quaranta olii su tela di Mario Lattes, alcuni raramente esposti. Ripercorre un’avventura artistica poliedrica che abbraccia mezzo secolo di attività pittorica, dagli anni Cinquanta agli anni Novanta. Con questa mostra il curatore Marco Vallora, secondo cui Lattes è sempre là dove non te lo attendi, anche tecnicamente, mette al centro dell’attenzione le opere maggiormente cariche di suggestioni visive e di forza espressionista.

“Mario Lattes. Incisioni” (8 Ottobre – 9 Novembre, Torino, Spazio Don Chisciotte)
Con una ventina di fogli in esposizione, la mostra – spiega il curatore Vincenzo Gatti – presenta una piccola antologia della vastissima produzione incisoria di Mario Lattes che comprende più di 400 fogli realizzati tra gli anni Cinquanta e gli anni Novanta. Per l'artista l'incisione ha rappresentato una forma artistica compiuta, paritaria e strettamente connessa alla sua pittura: anzi, di questa quasi un completamento e un affinamento, suscitatrice di nuove e inusitate emozioni. Lattes, in particolare, subisce la fascinazione dell'ambiguità e del mistero della tecnica che esalta la fecondità del dubbio. Scrive: “...Mezzo figurale come la pittura, l'acquaforte è - per così dire - il suo contrario, la sua ombra...”.

In maniera unica l'incisione può fermare, attraverso le fasi di lavoro documentate dagli “stati”, il flusso della memoria , facendo di questi altrettante pagine di un diario visivo.

Ancora Lattes: “...l'acquaforte cresce di nascosto essendo di natura notturna: la sua esecuzione conduce per lunghe oscurità le immagini che l'artista ha scelto alla luce del giorno e son destinate, in quel buio, ad esser tradite o illuminate...”

Le opere del periodo iniziale sono caratterizzate dall'uso “espressionistico” della puntasecca, mentre dagli anni Sessanta le tecniche si fanno più sofisticate e complesse (acquaforte, acquatinta, vernice molle, ossidazioni...), usate insieme per raggiungere quel grado d'intensità voluto dall'artista. Si ricordano, ad esempio, incisioni come “ La scansia”, dove torna l'immaginario pittorico di Lattes (oggetti, bambole, inquiete presenze nello studio...) esaltato dalla fascinazione del bianco e nero.

Tuttavia, quando l'ispirazione lo richiede, l'artista, fecondissimo e infaticabile disegnatore, si abbandona all'agile scorrevolezza del puro segno, diretto ed energico, ma capace di fulminei squarci di autentico lirismo.

Mario Lattes (Torino 1923-2001), pittore, scrittore ed editore, ha compiuto le prime esperienze nei campi dell’arte e della cultura nel capoluogo piemontese.

La sua pittura, dopo un iniziale periodo informale, è sempre stata figurativa, con valenze visionarie e fantastiche, tale da evocare illustri discendenze, da Gustave Moreau a Odilon Redon a James Ensor. La pittura, le incisioni e i romanzi sono legati da un forte filo di comunanza, talvolta anche nella scelta di soggetti identici, trasfigurati dalla diversità dei mezzi espressivi.

Ebreo laico, uomo solitario e complesso, la sua arte risente delle vicende e della psicologia di questo popolo: umorismo amaro e sarcastico, pessimismo e lontananza. Torino, però, è sempre stata la sua unica e vera città. Dopo la Seconda guerra mondiale si dedica alla casa editrice torinese Lattes, fondata nel 1893 dal nonno Simone. Del 1947 è la sua prima mostra alla galleria La Bussola di Torino, a testimonianza delle maturate esperienze artistiche. Negli anni Cinquanta allestisce personali a Torino, Roma, Milano e Firenze e partecipa con successo a due edizioni della Biennale di Venezia. Segue una regolare attività espositiva in tutta Italia. A Torino molte gallerie ospitano sue personali tra gli anni Cinquanta e Novanta (Galatea, Viotti, Arte Antica, I Portici, Davico, Tuttagrafica, Arte Club, L’Acquaforte). Non mancano sue importanti presenze anche a Milano (galleria il Naviglio, il Milione, galleria 32), a Firenze (galleria La Strozzina) e a Bologna (galleria Forni).

Nel 1953 fonda la rivista Galleria che dall'anno seguente, con il titolo Questioni, diventa voce influente del mondo culturale piemontese e non solo. Vi partecipano intellettuali italiani e stranieri come Nicola Abbagnano, Albino Galvano e Theodor Adorno.

Dopo la sua scomparsa, importanti istituzioni gli hanno dedicato antologiche e retrospettive, come la Fondazione Peano di Cuneo, la Galleria d’arte contemporanea Carlo Carrà di Alessandria, la Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba. Si ricorda, in particolare, la grande rassegna Mario Lattes. Di me e d’altri possibili, curata da Marco Vallora presso l’Archivio di Stato di Torino nel 2008, che ben ha messo in luce i diversificati interessi dell’artista e i variegati aspetti della sua intensa ricerca.

Tra il 1959 e il 1985 pubblica diversi di romanzi, tra cui: La stanza dei giochi (Editrice Ceschina, 1959), Il borghese di ventura (Einaudi, 1975), L'incendio del Regio (Einaudi, 1976; Marsilio, 2011), L'amore è niente (Editore La Rosa, 1985).

Galleria Massucco
Corso Roma, 18
Acqui Terme (AL) 15011 Italia
Tel. +39 0144 321967
info@galleriamassucco.com
galleriamassucco.com

Orari di apertura
Martedì - Sabato 9.30 - 12.30 e 15.30 - 19.30

Spazio Don Chisciotte
Via della Rocca, 37
Torino 10123 Italia
Tel. +39 011 19771755
segreteria@spaziodonchisciotte.it

Orari di apertura
Martedì - Giovedì 15.30 - 19.30
Venerdì e Sabato 10.00 - 12.30 e 15.30 - 19.30