Alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, il Montenegro è rappresentato dal progetto di Irena Lagator Pejović intitolato Image Think. Da anni l’artista elabora una sua analisi dell’arte come strategia sociale avendo come obiettivo la riflessione sulle potenzialità della “responsabilità illimitata” di ciascuno di noi. Tramite la sollecitazione di un ampio spettro di emozioni umane, l’artista invoca al contempo la consapevolezza percettuale e cognitiva.

Image Think rappresenta la triangolazione tra immagine-corpo-medium che evidenzia le funzioni dell’immaginazione, l’attivazione della percezione e i rapporti tra l’universale e l’architettura poetica dell’Io. “Questi spazi negli spazi esistono per tradurre la visione in pensiero, l’esperienza sensoriale in senso, l’assenza in presenza, sollevando anche questioni rispetto alla responsabilità personale e collettiva in relazione alla creazione dell’immagine.” (Irena Lagator Pejović)

L’esposizione a Palazzo Malipiero si estende al piano terreno in un percorso di tre ambienti ed è costituita da quattro opere: Attraverso l’oltre, Pensare attraverso l’immagine, Ecce Mundi e Camera Imaginata. Mezzi per lo scambio del potere dell’immaginazione, intervento dell’artista in catalogo.

Nel primo ambiente troviamo Attraverso l’oltre: fili dorati, tesi orizzontalmente tra le pareti della stanza, definiscono i volumi di due tetraedri, posti uno di fronte all’altro. I fili appena visibili rimandano ai diagrammi ambientali di Gego, ai Penetrabili di Jesús Rafael Soto – entrambi noti artisti venezuelani –, e, in ambito scientifico, alla teoria delle stringhe, evocando la linea dell´orizzonte terrestre e il lento apparire dell’Universo – lo spazio della percezione e dell´immaginazione. Il visitatore, muovendosi nello spazio, si lascia i due tetraedri alle spalle e la particolare illuminazione fa sì che l’opera progressivamente svanisca. Tale passaggio rimanda concettualmente al pensiero decostruzionista derridiano.

Si passa poi a un secondo ambiente completamente buio. Nell’opera Pensare attraverso l’immagine, la luce, il movimento e gli specchi creano rizomi, congiunzione tra il mondo materiale e quello immateriale, tra la presenza e l’assenza... L’universo artificiale, realizzato con polietilene nero perforato con aghi di diverso spessore, si riflette nello specchio che costituisce il pavimento dell’installazione e, interagendo con la persona che entra nell’opera, si dissolve nello spazio dell’Io e nel processo del pensare l’immagine del nostro mondo, oscillando tra la sfera fisica e quella mentale. Rimandando al concetto base della Neolingua orweliana (la cosidetta Newspeak), il titolo Image Think, con la forma dell’infinito del verbo pensare (“to think”), rappresenta per l’artista un tentativo di dimostrare come il potere dell’immaginazione e delle immagini mentali possa sopravvivere alle degenerazioni del linguaggio (o, estendendo il concetto, di qualsiasi tipo di regime totalitario).

Da questo cubo nero si entra nel terzo ambiente, in un quadrato bianco tridimensionale (Ecce Mundi), le cui pareti sono costituite da tele disegnate con una moltitudine rotante di minuscoli pittogrammi raffiguranti l’uomo. In questo “positivo” del cosmo, la figura umana diventa assimilabile a una stella, un universo lontano e vicino sia rispetto alla sua forma disegnata, sia rispetto ai fenomeni ottici che sembrano animare le figure. Si cammina attraverso il medium dell’opera, in mezzo alla moltitudine dei pittogrammi appena visibili. L’azione di attraversare l’opera d’arte continuando a calpestarla, rappresenta la scelta e la responsabilità del visitatore. L’artista rivaluta l’immagine, i motivi della sua esistenza, le categorie dell’interattività, del tempo, dello spazio, della società e della responsabilità. L’architettura dello spazio bianco diventa il medium che trasmette l’immagine, il palazzo che l’umanità, da secoli, è sul punto di costruire.

Nella quarta opera, Camera Imaginata. Mezzi per lo scambio del potere dell’immaginazione, l’immagine diventa parola. Camera Imaginata è un intervento dell’artista pensato per il catalogo della mostra, e si basa sul concetto del medium sociale e sulla partecipazione dei visitatori tramite l’attivazione delle sfere personali e collettive, sulla concezione soggettiva del mondo versus quella collettiva.

I visitatori escono dal palazzo dell’umanità ed entrano nelle camere personali dell’immaginazione per mezzo dell´intervento di Irena presente in catalogo, intervento che promuove l’azione al posto della rappresentazione e la partecipazione al posto della ricezione. L’artista invita a sentire la presenza... moltiplicare il tempo... ricordarsi di immaginare, intendendo l’arte quale strategia sociale – uno degli aspetti chiave nel lavoro dell’artista montenegrina.

La mostra Image Think è quindi un percorso di conoscenza e suggestioni che si sviluppa attraverso vari ambienti. A conclusione del percorso, e attraverso l’opera in catalogo, Camera Imaginata. Mezzi per lo scambio del potere dell’immaginazione, Irena Lagator Pejović dona, a chi lo vorrà costruire attraverso il ritaglio, un ideale luogo poetico. È responsabilità di ciascuno trasformare l’idea in oggetto, l’ideale in realtà.

Accompagna la mostra un catalogo illustrato con saggi di Nataša Nikčević, Irena Lagator Pejović e Bazon Brock. Nel catalogo è pubblicata la risposta di Irena a un lungo e argomentato scambio, tenuto con il filosofo e artista Bazon Brock in merito alla questione se l’arte possa avere valenza di strategia sociale. Il testo di Bazon Brock dal titolo: In the String Forest. Irena Lagator in Conversation with Her Rock Face Bazon Brock, che ha dato origine alla risposta ideale di Irena presente in catalogo e che si conclude con una richiesta di risposta all’artista montenegrina, è consultabile online in: www.irenalagator.net e www.bazonbrock.de.

Un nuovo lavoro di Irena Lagator Pejović sarà visibile in Italia nella mostra the sea is my land. Artisti dal Mediterraneo, a cura di Francesco Bonami e Emanuela Mazzonis, che si terrà presso il MAXXI, dal 3 Luglio al 29 Settembre 2013.

Irena Lagator Pejović (www.irenalagator.net) è nata a Cetinje, Montenegro, nel 1976, vive e lavora a Cetinje e Podgorica.

Premi (selezione) 2010, Montenegrin Academy of Sciences and Arts. 2007, Transforming Memory. The Politics of Images: International Biennial of Contemporary Art, 24th Nadežda Petrović Memorial, Čačak, Serbia (con Mariana Castillo Deball). Giuria: Beatrice von Bismarck, Mileta Prodanović, Thierry Destriez. 2003, 4th International Print Triennial, Museum of Modern Egyptian Art, Cairo, Egitto. 2002, Reconstruction, 4th Cetinje international biennial of contemporary art, Montenegro, UNESCO prize for visual arts. Giuria: Bojana Pejić, Henry Meyric Hughes, Petar Ćuković, Edi Muka, Patricia Jerez.

Residenze e workshop (selezione) 2009, AiR/symposium: ORTung, Salzburger Kunstverein/Deutschvilla, Strobl, Austria. 2007, AiR: Viafarini, Milano. 2006, AiR: Neue Galerie am Universalmuseum Joanneum, Graz, Austria. 2005, Modelmania: workshop con Olafur Eliasson e Yona Friedman, ArtExperience Domus Academy, Venezia.

Mostre personali, progetti (selezione) 2012, Società a responsabilità limitata (S. r. l.), Villa Pacchiani, Santa Croce sull’Arno (Pisa). A cura di Ilaria Mariotti; The Society of Unlimited Responsibility. Museum of Contemporary Art, Belgrado, Serbia. A cura di Dejan

Sretenović e Una Popović. 2010, Sfere, Irena Lagator & Wendelin Pressl. IG Bildende Kunst, Vienna. 2008, What We Call Real, Atelier DADO-gallery for contemporary art, National Museum of Montenegro, Cetinje. 2007, Is It Still Winter Outside?, Museum of Contemporary Art, con Petra Maitz: Lady Musgrave Reef, Banja Luka, Bosnia-Herzegovina; Living Space, 'Beograd' Gallery, Belgrado, Serbia. 2006, Living Room, Art Pavilion, Podgorica, Montenegro. 2005, Please Wait Here, Abbazia di San Zeno, Pisa (in collaborazione con Fondazione TESECO per l´Arte). 2004, Passer-by! Cultural Center gallery, Belgrado, Serbia.

Mostre collettive (selezione) 2013, the sea is my land. Artisti dal Mediterraneo. MAXXI, Roma. A cura di Francesco Bonami e Emanuela Mazzonis; Subjective Maps/Disappearances, National Gallery of Iceland, Reykjavik, Islanda; Spring Exhibition 2013, Kunsthal Charlottenborg, Copenhagen, Danimarca. 2012, Est/Ovest, Museum of Contemporary Art “Palazzo Pino Pascali”, Polignano a Mare. A cura di Rosalba Brana, Mariapaola Spinelli e Antonio Frugis; The Land Seen From the Sea, Villa Croce - Museo d’arte contemporanea, Genova. 2011, Untitled (History), 12th Istanbul International Biennial of Contemporary Art, Istanbul. A cura di Adriano Pedrosa e Jens Hoffmann. 2010, Geography of Proximity, MCA, Malta Contemporary Art Foundation, Valletta, Malta; Orte/Nicht-Orte. Ortung 2009. Salzburger Kunstverein, Salisburgo. A cura di Hemma Schmutz e Astrid Wege; Little Constellation – A view on Contemporary Art in Geo-Cultural Micro-Areas and Small States of Europe, Careof, Milano. 2009, Little Constellation – A view on Contemporary Art in Geo-Cultural Micro-Areas and Small States of Europe, Neon Campobase, Bologna. 2007, Transforming Memory. The Politics of Images, international biennial of contemporary art/24th Nadežda Petrović Memorial, Čačak, Serbia. A cura di Astrid Wege. 2006, Artist-in-residence 2005+2006, Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum, Graz, Austria; At the Second Sight, Pavelhaus, Laafeld, Austria. A cura di Mirjana Dabović; Non Place, Röda Sten, Göteborg, Svezia. A cura di Maja Ćirić; Ennui, FACT, Foundation for Art and Creative Technology, Liverpool, UK. 2005, Montenegrin Beauty, Künstlerhaus Bethanien, Berlin/Motorenhalle, Dresda. A cura di Svetlana Racanović; At the Second Sight, Salon of the Museum of Contemporary Art, Belgrado. 2004, Love it or Leave it, 5th Cetinje international biennial of contemporary art, Montenegro. A cura di René Block e Nataša Ilić; Orchid, 5th Cetinje international biennial of contemporary art, Montenegro. A cura di Petar Ćuković; Articulation, BELEF, Belgrado. A cura di Jovan Čekić. 2003, Logical, BELEF, Belgrado, Serbia. A cura di Jovan Čekić; Montenegrin Beauty, City Theatre, Budva, Montenegro / Pavilion Veljković-CKZD-Centre for Cultural Decontamination of the Town, Belgrado. A cura di Svetlana Racanović; Trash Aesthetics, Trash Ideology, Trash Technology, 25th Moscow international film festival. 2002, Reconstruction, 4th Cetinje international biennial of contemporary art, Montenegro.

Pubblicazioni: Irena Lagator Pejović: The Society of Unlimited Responsibility. Art as Social Strategy. 2001-2011. A cura di Christa Steinle, Karin Buol-Wischenau, Neue Galerie Graz am Universalmuseum Joanneum. Colonia, Verlag der Buchhandlung Walther König, 2012.

Irena Lagator Pejović: Società a responsabilità limitata (S.r.l.) / Limited Responsibility Society (L.L.C.). A cura di Ilaria Mariotti. Pubblicato da Villa Pacchiani, Santa Croce.

Palazzo Malipiero
Campo San Samuele, 3198
Venezia 30124 Italia
www.labiennale.org

Orari di apertura
Dalle 10.00 alle 18.00
Chiuso il Lunedi, escluso Lunedì 3 Giugno e Lunedì 18 Novembre 2013