Conosciuto a livello internazionale per le sue sculture di luce (fluorescente e incandescente) con il suo lavoro rimette in discussione le gli stilemi dell’arte modernista con una particolare attenzione ad un risvolto socio-politicamente impegnato.

Navarro indaga il lato oscuro della luce: il rapporto simbolico tra la corrente elettrica che serve ad attivare gli apparecchi di illuminazione - che costituiscono i suoi blocchi scultorei - e le correnti di una paura sotterranea di tipo politico e sociale che ha caratterizzato la sua formazione. Nato nel 1972 a Santiago del Cile, Navarro è cresciuto sotto la dittatura di Augusto Pinochet (1973-1990) e, a livello artistico, durante il periodo d'oro del Minimalismo, il movimento che ha avuto un' influenza durevole su di lui sin dai tempi in cui frequentava la scuola d'arte in Cile, durante i primi anni Novanta. 
L’artista, attraverso il suo lavoro, affronta criticamente il contesto politico in cui è cresciuto, rielaborandone i canoni estetici e culturali come risposta attiva [ si pensi ad esempio all’opera Te sientas, te mueres (2002), una sdraio “elettrica” fatta di tubi fluorescenti, la cui seduta riporta i tantissimi nomi di uomini giustiziati con la sedia elettrica negli USA].

Trasferitosi negli Stati Uniti nel 1996, Navarro ha sviluppato un lavoro politicamente molto sensibile alle campagne di disinformazione riguardo le dittature e, allo stesso tempo, attento all’osservazione critica dell’ ambiguità delle democrazie liberali nei confronti dei poveri e dei senzatetto. Rivisitando la forma iconica della scultura minimalista e modernista e trasformandola in una sorta di "scultura sociale", l’artista asserve il neon dei suoi lavori alla volontà di illuminare le nebulose e nefaste correnti sotterranee delle società contemporanee, tanto di quelle autoritarie quanto delle democratiche.

Iván Navarro, dunque, dà vita a vere e proprie sculture strutturalmente e visivamente complesse. Utilizzando tubi al neon come materiale da costruzione di base, ha ingegnosamente creato oggetti che potrebbero essere allo stesso tempo funzionali, oltre ad essere come opere d’arte [si pensi alla bicicletta Resistance (2009) vista nel Padiglione Cile alla 53.Biennale di Venezia]. 
L'artista gioca con il riferimento immediato al formalismo modernista ma sovvertendone la purezza attraverso le sue interpretazioni dal forte sottotesto politico: massimizzando gli attributi fisici di luminosità e calore attraverso la forma di un oggetto d’uso comune – ad esempio una lampada, una sedia o un tavolo – riesce a trasmettere un profondo significato sociale e psicologico.

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