Alla fine degli anni '50 molti giovani artisti si ritrovano in una posizione di radicale contrapposizione verso l'arte informale sperimentando la necessità di un azzeramento del linguaggio artistico per cercare una nuova modalità espressiva.

Questa rilettura porta gli artisti a muoversi all’interno della “linea analitica dell’arte” in più direzioni: da una parte l'”arte programmata” e le sue declinazioni cinetico-visuali, da un’altra la “pittura analitica”. Li accomuna il desiderio di perseguire un’indagine che intrattiene rapporti con la ricerca scientifica e con i modelli da questa elaborati, e l’obiettivo di escludere ogni intervento arbitrario in vista della costruzione di una sorta di sintassi logica dell'arte.

In quest'ottica, come scrive Filiberto Menna “l'artista assume un atteggiamento analitico, sposta i procedimenti dal piano immediatamente espressivo o rappresentativo a un piano riflessivo, impegnandosi in un discorso sull'arte nel momento stesso in cui fa concretamente dell'arte.” L'opera d'arte non deve rappresentare nello spazio, ma piuttosto accadere nel tempo. Questi presupposti teorici vengono applicati da alcuni artisti (tra cui i protagonisti di questa mostra) tramite un deciso ritorno alla pittura nello stesso momento in cui da più parti se ne teorizza l’ineludibile scomparsa, ritorno accompagnato da un’approfondita riflessione sul processo pittorico in se stesso.

Queste esigenze vengono sentite non solo in Italia ma anche in Francia e nel resto dell'Europa (Inghilterra, Germania, Olanda) e negli anni '70 sfociano appunto in un ritorno alla pittura, chiamata anche “pittura-pittura” o “nuova pittura”: definizioni che ne sottolineano la messa in discussione e la volontà di rifondazione dei suoi presupposti. La pittura analitica quindi esprime la sua tensione al rinnovamento attraverso un atto di autoriflessione che porta alla rivisitazione dei fondamenti e, negando qualsiasi velleità di rappresentazione o espressione soggettiva, persegue una ricerca operativa sugli strumenti linguistici della pittura stessa.

Valmore studio d'arte si rivolge alla Pittura Analitica come proseguimento logico e storico delle proposte fino ad ora privilegiate. Pur nella indubbia diversità tra gli artisti presentati, la mostra vuole evidenziare il comune percorso di analisi e autoriflessione, l'attenzione prioritaria ai problemi del linguaggio e delle modalità operative.

Paolo Cotani (Roma 1940-2011) con le sue bende elastiche esprime l'idea dell'assenza di spazio pittorico tra i livelli di colore su una tela ribadendo l'azzeramento linguistico e degli strumenti tradizionali della pittura.

Riccardo Guarneri (Firenze 1933) usa il suo bianco-luce con lievi oscillazioni di colore assoggettato ad una geometria per una ricerca strutturale del campo percettivo. Approfondisce il suo lavoro quale incontro programmato del colore con la geometria e la luce.

Elio Marchegiani (Siracusa 1929) nella sua logica ricerca in un eclettismo formale, ma non sostanziale, affiancato da ironia e dal motto “fare per far pensare”, negli anni '70 entra a far parte della pittura analitica con le sue “grammature di colore” con le quali cerca una sintesi astratto-geometrica dell'affresco italiano con particolare attenzione al supporto (intonaco, lavagna).

Claudio Verna (Guardiagrele -CH- 1937) considera il colore, con le sue infinite possibilità, come il vero catalizzatore della visione, in uno spazio che non deve essere rappresentato, ma evocato. Per Verna la pratica della pittura è un processo di costruzione-decostruzione che scompagina i nessi sintattici.

Gianfranco Zappettini (Genova 1939) sviluppa con rigore estremo un’analisi del linguaggio pittorico che esclude qualsiasi contenuto. Con i suoi lavori bianchi degli anni '70 e con i suoi scritti ha contribuito a dare una base teorica alla pittura analitica.

L'importante curriculum di ciascun artista, che ne testimonia la presenza nei principali musei europei, sarà consultabile nel catalogo edito dalla galleria in occasione di questa mostra.

Valmore studio d’arte
Contrà Porta S. Croce, 14
Vicenza 36100 Italia
Tel. +39 0444 322557
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www.valmore.it

Orari di apertura
Lunedì 15.00 - 17.00
Da Martedì a Venerdì 10.30 - 13.00 e 15.00 - 18.30
Sabato e orari diversi su appuntamento