“Lelio? Un portatore sano di smoking” così lo definisce Enrico Vaime. Ma anche musicista, showman, attore, scrittore, personaggio eclettico carico di umanità e di swing. Lelio Luttazzi ha traghettato da un secolo all’altro – con garbo e intelligenza – il suo sentire e fare musica, osservando con profondità di analisi i cambiamenti del mondo.

E la mostra “LelioSwing 50 anni di storia italiana”- promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica, Sovrintendenza Capitolina e dalla Fondazione Lelio Luttazzi, ospitata dal 7 novembre 2013 al 2 febbraio 2014 ai Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali - è l’omaggio a questo indimenticabile Maestro. Un’esposizione, curata da Cesare Bastelli e Silvia Colombini con i Servizi Museali di Zètema Progetto Cultura, che vuole raccontare i momenti fondamentali e le atmosfere che si respiravano in Italia, dal dopoguerra passando per gli anni sessanta fino ai nostri tempi: oggetti d’epoca, dal mobile radio in legno alla televisione, al design spaziale, documenti che segnano il passaggio dal “giazzo” al jazz. E ancora, foto del dopoguerra e della Dolce Vita, immagini ed emozioni che raccontano come un ragazzo triestino, un “giovanotto matto”, sia riuscito a materializzare il suo sogno.

Un progetto - evento, possibile anche grazie al contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, a cui hanno voluto collaborare nomi importanti: Enrico Vaime per la supervisione ai testi e Pupi Avati per quella artistica, Piera Detassis direttore di Ciak per la parte cinematografica del Maestro, Leonardo Scarpa per le scenografie.

Un viaggio della memoria che parte da Trieste, la sua città. Radio Trieste, il jazz, il primo complesso di Lelio “I Gatti Selvatici”, gli americani, il piano bar all’Hotel de la Ville. Poi Milano, la direzione artistica alla CGD (Compagnia Generale del Disco) con Teddy Reno e i tanti dischi pieni di swing. E ancora, Torino chiamato dalla sede Rai per dirigere la prima orchestra d’archi ritmica di sua invenzione. E Roma con la radio, il periodo d’oro della tv e del cinema. Infine il ritorno a Trieste, gli ultimi concerti, Sanremo e il memorabile concerto del 15 agosto del 2009, nella sua Piazza dell’Unità.

Dunque, un percorso cronologico ricco scandito da 8 Sale e 7 Sezioni.

Trieste (1923-1948), con l’infanzia, l’adolescenza, la scoperta del jazz e la giovinezza durante l’amministrazione americana. Le esibizioni a Radio Trieste, al Teatro Politeama Rossetti, all’Hotel de la Ville. E’ uno spazio dove immergersi nell’atmosfera degli anni trenta e quaranta del novecento, un pianoforte, una radio d’epoca con il sottofondo delle note di “After you’ve gone” il brano che Lelio ascoltò a 13 anni perdendo poi la testa per Armstrong e per il jazz.

Un videoproiettore mostra invece immagini della storia di quegli anni a Trieste: gli eventi bellici e le vicende del dopoguerra, con l’incerto destino della città, i bombardamenti, l’arrivo degli americani. Una foto storica del ritorno di Trieste all’Italia (1954), rari dischi americani editi dal Ministero della Difesa americana, che portavano in Europa la “nuova musica”.

La seconda sezione è dedicata a Milano e Torino (1948-1952), quando Lelio si trasferisce a Milano e diventa direttore artistico della Compagnia Generale del Disco fondata da Ferruccio Ricordi (in arte Teddy Reno). Qui, con l’orchestra diretta da Lelio, insieme alle voci di Teddy Reno e Jula De Palma incide centinaia di dischi. E le commedie musicali, il teatro.

Poi c’è Torino dove, nel 1950, dirige l’orchestra stabile della Rai, inventando uno stile musicale nuovo per l’Italia: l’orchestra d’archi ritmica. Anni raccontati da scritte al neon, pannelli con immagini d’epoca che ritraggono Lelio con Jula de Palma e Gorni Kramer, teche con reperti originali e un grande microfono da terra. E una chicca: la ricostruzione di un jukebox Wurlitzer del 1940, funzionante, con un meccanismo di selezione touch screen inserita nel vecchio modello che permette al visitatore di scegliere ed ascoltare in diretta i brani musicali di Luttazzi dell’epoca.

Roma è al centro della terza sezione (1954-1970), la città dove Luttazzi si trasferisce nel 1954. Le prime trasmissioni radiofoniche importanti come “Nati per la Musica” insieme a Gorni Kramer, “Il Motivo in maschera” con Mike Bongiorno e, ancora, le commedie musicali. Poi il momento della tv in bianco e nero, indimenticabili le regie di Antonello Falqui con Teatro 10 e StudioUno insieme a Mina, autore per cantanti di successo, Mina in primis, affiancando al pianoforte artisti come Ella Fitzgerald e Lionel Hampton. Impossibile poi non citare Hit Parade, la celebre trasmissione radiofonica.

Un grande pannello riproduce la copertina del famosissimo 45 giri “La zebra a pois”, la canzone che ha attraversato tantissime generazioni fino ai giorni nostri. Non manca un salotto anni ’60, dove mettersi comodi e veder scorrere, in un autentico televisore d’epoca, un montaggio originale con frammenti dei principali programmi televisivi che hanno visto Lelio protagonista.

Passaggi anche sul momento cupo dell’errore giudiziario nel 1970, con uno schermo touch screen che permette di sfogliare i giornali del tempo e poi il ritiro dalle scene.

Un secondo videoproiettore racconta la storia italiana degli anni attraversati.

Sala Cinema. Le interpretazioni di Luttazzi in film come “L’Avventura” di Antonioni, “L’Ombrellone” di Dino Risi e molti altri. Le tante colonne sonore per i film di Mario Monicelli, Totò, Dino Risi, Luciano Salce, Sergio Corbucci. Un percorso raccontato con i manifesti originali dei film che lo hanno visto attore o compositore delle colonne sonore. Il Film “L’Illazione”, scritto diretto ed interpretato da Lelio Luttazzi, presentato in anteprima al Festival Internazionale del Film di Roma nell’ottobre 2011 grazie al direttore artistico Piera Detassis e Rai5, in una serata–evento, alla presenza di tanti amici di Lelio: da Pupi Avati, a Pippo Baudo, al direttore di Rai5 Paolo Giaccio, alla scrittrice Camilla Baresani.
E due monitor a lup con materiali in visione.

Roma - Trieste (1970-2010). Il libro “Operazione Montecristo” scritto da Lelio, che diede lo spunto a Nanni Loy per girare il film “Detenuto in attesa di giudizio” con Alberto Sordi.

E poi il rientro in radio con Umberto Broccoli nel programma “Con parole mie”, alla televisione con i suoi amici Pippo Baudo, Rosario Fiorello e Fabio Fazio. Il ritorno ai suoi concerti in trio nei quali Lelio amava suonare i suoi autori preferiti: Gershwin, Cole Porter, Hoagy Carmichael, Jerome Kern.

E il Festival di Sanremo nel 2009 con Arisa. Fino all’ultimo concerto a Trieste il 15 agosto 2009 nella sua piazza Unità d’Italia, sotto le sue finestre, in un piazzale affollatissimo, un concerto in sestetto indimenticabile.

Importante e particolarmente curata anche la sezione multimediale della mostra: uno spazio con l’installazione interattiva “Play Lelio Swing”. Suggestiva e coinvolgente l’esperienza per il visitatore che, semplicemente alzando le braccia e simulando nell’aria il gesto di suonare sulla tastiera proiettata sul grande schermo di fronte a lui, attiva il meccanismo che gli permette di scegliere un ambito artistico tra jazz, canzoni e duetti, accompagnando Lelio nel video che verrà trasmesso.

E ancora oggetti, curiosità, reperti, come il pianoforte verticale primi novecento, il microfono radiofonico anni ’40 o il televisore Geloso anni ‘50/’60 restaurato, dischi di Rabagliati, i primissimi dischi preziosi della CGD, o la foto originale di Louis Armstrong che Lelio ha sempre tenuto accanto al pianoforte. Manoscritti, lettere, premi, oggetti personali.

A corredo della mostra, concerti, eventi e convegni, omaggi e ricordi per un uomo la cui vita straordinaria e le opere hanno attraversato più di 50 anni di Storia d’Italia, storia dello spettacolo e del costume.

LelioSwing regalerà al pubblico adulto un album di ricordi dove poter ritrovare una parte della propria vita, grazie al percorso di un uomo e di un artista tanto famoso quanto amato. Per le generazioni più giovani sarà invece un’occasione per appropriarsi e vivere emozioni di un passato, conosciuto solo grazie ai racconti dei “grandi”, dal quale hanno però attinto musica e look.

E Lelio Luttazzi ci accompagnerà ancora una volta nelle sale dei Mercati di Traiano, col suo pianoforte, con la sua presenza discreta ma indimenticabile come quella di uno swing che lui stesso disse “non morirà mai”.

Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali
Via Quattro Novembre, 94
Roma 00187 Italia
Tel. 060608
info@mercatiditraiano.it
www.mercatiditraiano.it

Orari di apertura
Martedì - Domenica
Dalle 9.00 alle 19.00

Biglietti
Intero 9.50€
Ridotto 7.50€