In questa mostra, le opere di Simone Pellegrini e Andrea Salvatori sembrano darsi appuntamento, come fossero sopravvissute a un terremoto e ne fossero diretta testimonianza. In Pellegrini i corrugamenti della carta ricordano lo stadio primevo dell’esistenza: smottamenti tellurici ed emersioni in cui le forme e la vita si assestano. L’idea di una terra smossa e scossa ricorre anche in Andrea Salvatori, le sue sculture (non a caso modellate in argilla) sembrano essere state dissotterrate a seguito di un sisma.

In principio tutto il mondo era liquido, poi «le acque sotto il cielo si raccolsero in un solo luogo» e apparve la terra brulla, primigenia, la stessa che ritroviamo nelle opere di Simone Pellegrini. Sui margini laceri delle sue carte è facile immaginare la risacca del mare, respinta dall’emersione di un’isola che è gialla come la sabbia. Ogni frammento è paragonabile a un tassello geografico che si sedimenta, poco a poco. Procedendo per accumulo, e con lungimiranza, i brandelli trovano la loro unità, il proprio ordine/ordito. Le opere di Pellegrini sono una ripresa e riscoperta continua, in esse non viene mai meno la costante di un ritorno alla sorgente, al pensiero nativo, in cui ogni figura ha un significato simbolico. Le carte lacere dell’artista suggeriscono un divenire senza fine: il loro sviluppo è lineare, come in un ininterrotto fregio della vita.

Andrea Salvatori scandaglia la creta per ricavarne un’opera in ceramica; metaforizzando la materia prima di cui si serve, l’artista conferisce alle proprie sculture l’aspetto di pesanti (ma pur sempre Città di Lissone Provincia di Monza e della Brianza Settore Servizi Culturali Servizio Museo e Attività Museali fragili) pietre, nelle quali sono incastonate – come gemme preziose – delle chincaglierie. Si tratta di banali statuine o di piccoli suppellettili, che Salvatori mette alla berlina, facendosi beffe dello stizzoso Winckelmann allorquando accusava la ceramica d’essere «quasi sempre usata per fare stupide bamboline». Nelle sue ultime sculture l’artista lascia trasparire una certa affezione verso gli oggetti in porcellana o maiolica, che vengono sottoposti a una nuova cottura, in modo tale da “intarsiare” delle grosse zolle di terra-creta. La Porzellankrankheit di Salvatori è equiparabile a uno scavo nostalgico, alla ricerca di chincaglierie sepolte (nel dimenticatoio), sottoposte loro malgrado all’obsolescenza del gusto estetico, così come del consumismo sfrenato della nostra società.

Simone Pellegrini è nato ad Ancona nel 1972, vive e lavora a Bologna. Ha esposto al Museum Kunstpalast di Dusseldorf, Far di Rimini, Stadtgalerie di Kiel, Museum Biedermann di Donaueschingen, Centro Internazionale per l'Arte Contemporanea di Genazzano, Padiglione Italia della Biennale di Venezia, Museo Villa Wessel di Iserlohn, Galleria Civica di Modena, Musei Civici di Reggio Emilia, Officina delle Arti di Reggio Emilia, Museo d'Arte Contemporanea di Gibellina, National Gallery of Arts di Tirana, Villa Reale di Monza, Antiguo Museo de Bellas Artes de Castellón, Palazzo del Collegio Raffaello di Urbino, Galleria d'Arte Contemporanea di S. Sofia, Trevi Flash Art Museum. Sue opere sono state acquisite del Museo d’Arte Moderna di Bologna e da Palazzo Forti di Verona.

Andrea Salvatori è nato a Faenza nel 1975, vive e lavora a Solarolo (RA). Ha esposto alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, Castel S. Elmo di Napoli, Campus de Leioa di Bilbao, Castello di Spezzano, Museo del Santo di Padova, Bornholms Kunstmuseum di Denmark, Forte Stella di Porto Ercole, Museo d’Arte Contemporanea di Granara, Loggetta Lombardesca di Ravenna, FAR-Fabbrica Arte di Rimini, Chiostri di Reggio Emilia, Dolomiti Contemporanee-Sospirolo, Castello di Rivara, Museo Nuova Era di Bari, Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna, Museo Carlo Zauli di Faenza, Museo Civici di Imola. Nel 2009 ha vinto il 56° Premio Faenza, Concorso Internazion ale della Ceramica d’Arte Contemporanea organizzato dal MIC di Faenza.

Museo d’Arte Contemporanea
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Orari di apertura
Martedì, Mercoledì e Venerdì 15.00 - 19.00
Giovedì 15.00 - 23.00
Sabato e Domenica 10.00 - 12.00 / 15.00 - 19.00
Ingresso libero