Intagliare libri per disegnare, nello spessore delle pagine, immagini di stratificazioni geologiche: i libri sono in primo luogo per Marco Cordero materia da scolpire. Ma al tempo stesso sono casseforti di parole, e la sgorbia e il mazzuolo – gli strumenti di chi, battendo piano, intaglia il legno – isolano ed evidenziano brevi sequenze verbali, in una concentrazione puntiforme di senso che, come in un’invenzione borgesiana, lancia la sfida di riassumere in un frammento di frase il percorso di una struttura discorsiva articolata e distesa: “credono che ogni cosa sia una storia. Forse è così”, come si leggeva – ma in verticale, per aggiungere un elemento ulteriore di straniamento – sulla cresta intagliata di uno dei volumi dell’installazione intitolata, appunto, Battere piano. (…) Maria Teresa Roberto

Le opere di Marco Cordero, pur in continue e mutevoli combinazioni, si distinguono per un’impronta materica che sollecita letture geologiche e geografiche determinando un immaginario specifico. Egli utilizza come principale materia per le sue sculture pietra e carta. La carta di libri che diventa compatta, pressata e scolpita come un blocco di legno. Pietra che diventa storia e matrice. Base che inchioda o che offre un appoggio. Origine. Ne nascono zone aspre, montuose, quasi rocciose intervallate da dolci pendii.  (…) Francesca Solero

Libri intagliati e disposti secondo una geometria precisa, dalla quale scaturisce non già la traduzione stilizzata di un paesaggio, ma il suo astratto simulacro. Doppia la trasgressione: "aggressione” a un oggetto di culto (la letteratura, che - dice l’artista, citando Martin Amis - "rispetto alle fedi convenzionali, offre qualcosa di tangibile da venerare”); e infrazione tecnica: "Qualsiasi intagliatore prenderebbe a mazzolate il proprio apprendista se osasse toccare con uno scalpello la carta, tra i materiali più temuti dall’affilatura. Le azioni blasfeme si annidano ovunque”. In questo lunare tappeto di coste e copertine nascoste (una cinquantina di volumi, tra cui il Purgatorio dantesco, un’edizione francese de La cognizione del dolore di Gadda, Il deserto dei Tartari di Buzzati, i racconti di Hemingway, Mattatoio n° 5 di Vonnegut), emergono episodicamente squarci di parole, non aforismi o perle di saggezza, ma trabocchetti resi ancor più insidiosi dalla decontestualizzazione. Una frase, un rigo appena, a volte deflagrante: "La colpa originale: il pensiero”.  (…) Anita Pepe, Exibart

(...) L’erosione ridisegna il paesaggio che può essere profondo come canyon e vasto come fiordi, sulle cui pareti si leggono, come sulle pagine di un libro, le storie della geologia del mondo; fogli di pietra per la Terra, fogli di carta per l’uomo. Ecco allora l’impilarsi i libri sulle mensole. Libri che l’artista intaglia e scava in blocchi compatti, in cui venature d’inchiostro evocano altre venature minerali, e copertine verdognole e rossastre, illustrazioni variegate e linee di testo sfibrano otticamente la percezione dell’opera facendola risultare come il plastico di un terrapieno o la miniatura di un frammento roccioso. Il risultato, di folgorante precisione, riplasma l’idea che noi abbiamo della “cultura”, dandone otticamente un’interpretazione coerentemente perfetta. Andrea Busto.

Marco Cordero. Nato nel 1969 a Roccavione (Cuneo). Vive e lavora a Torino.

Galleria Maria Cilena
Via Farini, 6
Milano 20154 Italia
Tel. +39 02 89071612
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