Venerdì 5 aprile sarà presentato alla Galleria Forni il libro di Maurizio Galimberti, Paesaggio Italia e, con l’occasione, saranno esposte una selezione di opere appartenenti a questo interessante ciclo di lavori. Paesaggio Italia è peraltro protagonista della grande mostra attualmente in corso a Venezia, presso l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti.

Il libro raccoglie oltre 300 opere ripercorrendo tutta la ricerca artistica di Galimberti sul paesaggio. Le fotografie esposte ne rappresentano un estratto, rivelando lo sguardo dell’autore sul nostro Paese, frammenti di paesaggio eletti a luoghi del cuore per la loro significatività. Un caleidoscopio d’immagini realizzate dall’Instant Artist con le sue Polaroid, scatti unici non ripetibili per raccontare i propri percorsi, rendendo lo spettatore partecipe dell’esperienza di trasformazione e rinnovamento maturata dall'artista in questi oltre vent’anni di lavoro sul paesaggio.

Il volume, che sarà presentato in quest’occasione da Denis Curti, è Edito da Marsilio, con testi critici di Benedetta Donato e di Denis Curti, con contributi del premio Oscar Nicola Piovani, dell’architetto e designer di fama internazionale Michele De Lucchi e del fotografo e Art Director di Ogilvy&Mather Giuseppe Mastromatteo.

"Un nuovo esordio" così lo definisce Denis Curti, che di lui scrive: "Con questo nuovo e sorprendente “Viaggio in Italia” Maurizio Galimberti prosegue la ricerca fotografica dedicata a luoghi, spazi, paesaggi e orizzonti. Tra le diverse traiettorie possibili, Galimberti cerca l’astrazione, ma deve fare i conti con il senso di appartenenza, con i punti fermi e riconoscibili delle architetture, con il fascino delle piazze, con la forza abbagliante della luce della Puglia, con la patina di commozione della pianura, con l’orgoglio barocco della Sicilia. Con Milano, la sua città. Qui vive e lavora. Per certi tratti il percorso visivo si fa autobiografico e Galimberti non si risparmia. Scatta senza sosta nuovi mosaici e immagini singole. Riporta in luce alcune polaroid scattate negli anni ’90, prova della sua dedizione e fedeltà verso una certa idea di italianità, che sono destinate a restare sullo sfondo: pedine utili a non perdere la strada".

Le sue polaroid, grazie alle diverse possibilità compositive sperimentate, diventano scrigno di infinite visioni, che consentono una rilettura ed una riscoperta dei luoghi del nostro paese assolutamente inaspettate. Architetture, città, volti di paesaggio verranno proposti sottoforma di singole polaroid, “mosaici”, ready-made, ovvero di quelle che rappresentano le modalità tecniche e di espressione privilegiate da sempre dall’artista che, in questa occasione, sperimenta in anteprima mondiale la nuova pellicola Impossible, primo esemplare in bianco e nero. In questa narrazione, Galimberti dimostra di aver raggiunto una consapevolezza artistica che si rivela nell’atteggiamento fotografico di chi oramai è pronto a disorientarsi, lasciandosi alle spalle il proprio luogo comune. Sia che l’artista si esprima attraverso le singole polaroid, che si cimenti nelle ardite composizioni degli oramai celeberrimi mosaici o che dalla foto riesca a dar vita ad un un oggetto nuovo, il risultato è sempre sorprendente.

Singole. Le Polaroid singole di Galimberti non sembrano solo appunti di viaggio per sottrarre all’oblio i momenti focali. Che riquadrino silhouettes o giochino con i riflessi, le sovrapposizioni, le ombre – anche quella dell’artista, a formare un autoritratto – o che privilegino porzioni di cielo e di mare, scorci di città, dettagli di monumenti o angoli anonimi, le immagini restituiscono una dimensione strettamente personale, intima, declinata secondo un registro lirico.

Mosaici. La fortuna del nome di Galimberti su vasta scala è probabilmente legata ai suoi mosaici, quadri composti da una serie di singole Polaroid allineate come tessere e incollate secondo una precisa sequenza. La visione d’insieme fornisce la chiave per apprezzare il soggetto nella sua – sempre parziale – interezza. L’artista sottopone le forme a un moto centrifugo, che ne scompone le fattezze in una miriade di schegge; il loro successivo assemblaggio restituisce una sorta di unità e una certa leggibilità.

Ready-made. Galimberti reinterpreta, con spirito ludico e creativo, il ready-made di origine duchampiana. Appropriandosi di oggetti diversi – lettere, cartoline, mappe, immagini, riproduzioni fotografiche, fogli pubblicitari – ne tramuta la natura attraverso l’impiego della Polaroid. Nel suo procedere, scatta su porzioni selezionate dell’oggetto, lo riquadra, ne isola particolari a volte significativi, a volte marginali, preleva campioni. Poi assembla i risultati, li accosta, li unisce, li incolla.

Manipolazione. La sperimentazione declinata in varie forme è ciò che accomuna e unisce tutto il poliedrico lavoro di Galimberti. La manipolazione delle fotografie avviene per livelli di intensità variabile: talvolta si tratta di una sfocatura che avvolge i dati celandoli all’osservazione, altre volte di veri e propri interventi, dal sapore Pop, di mascheratura dei soggetti.

Galleria Forni
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Orari di apertura
Dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.30
Chiuso Lunedì e festivi
Ingresso libero