(galleria +) oltredimore presenta il 15 novembre, in occasione dell’apertura del nuovo spazio nella Manifattura delle Arti di Bologna, la prima mostra personale in Italia dell’artista iraniano Maziar Mokhtari.

Al centro dei lavori di Maziar il colore giallo della sua città natale Esfahan, declinato nel nuovo progetto dell’artista: Yellow Apocalipse, che idealmente continua la serie precedente Palimpsest.

Palimpsest è un progetto che l’artista ha iniziato nel 2010. Si compone di una serie di collage fotografici e video installazioni che sono state ispirate dai muri ridipinti negli spazi urbani della città di Esfahan in Iran, sua città natale. La parola Palimpsest deriva dal greco antico (pálin psestòs, lett. "raschiato di nuovo"): indicava una pagina manoscritta o un rotolo di pergamena scritta, cancellata e scritta nuovamente.

Qui Palimpsest vuole essere una metafora del muro, il quale, anche se viene ricoperto di colore, se viene cancellato, rimane sempre un muro. Tutti i lavori della serie di questo progetto si chiamano Palimpsest perché i muri (le superfici) che ritrae sono sempre gli stessi e cambia solo la data di elaborazione fotografica: Palimpsest vuole infatti essere un work in progress, che registra allo stesso tempo i cambiamenti e l’immobilità di una città attraverso le variazioni nel tempo delle sue pareti.

In Yellow Apocalipse, l’intento di presentare una città con un solo colore viene maggiormente accentuato. Una città monocromatica, in cui tutto è rivestito dal colore giallo. I diversi soggetti degli scatti sono accomunati dalla monocromia, dal giallo che copre indistintamente persone, strade, edifici, arredi.

La mostra Yellow Apocalipse sarà accompagnata da due testi critici del poeta iraniano Kayvan Tahmasbian e del curatore e critico italiano Eugenio Viola: due punti di vista diversi e complementari che dialogano sul lavoro di un artista diviso a metà tra Iran e Italia.

Maziar Mokhtari è un artista iraniano. Lavora tra l’Italia e l’Iran dal 2004. Si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2009. Un anno dopo ha esposto Palimpsest all’Azad Art Gallery di Teheran. Da allora si è focalizzato sul “muro” come concetto per la formulazione della sua visione artistica. La sua formazione artistica si concentra sullo studio e sull’utilizzo di diversi media che ampliano le possibilità creative dell’artista come pittura, fotografia e video. È tra i finalisti del Talent Prize 2013.