Eseguiti in diversi tempi, luoghi e circostanze, tutti i lavori raccontano dell’incontro tra le cose e la pittura, quel momento cruciale in cui l’osservazione e la percezione diventano palpabili, tangibili: quando il soggetto inizia a vivere per se insieme ai mezzi pittorici o viceversa, in una immedesimazione reciproca. Certo, in questi dipinti, vengono continuamente testati e riattivati tropi, tradizioni e generi.

C’è dietro un dialogo giocoso e mai idealizzato con opere di artisti lontani e vicini nel tempo - spesso anche sottoforma di scritti. C’è una ricerca costante sui processi di traduzione (natura e artificio, morfologia e percezione, definitezza e indeterminatezza), sulla materia e sulla luce - densità diverse, riflettenze, fessure contribuiscono a creare forme come in un bassorilievo.

Eppure l’intenzione e la ricerca cedono sempre il passo all’intuizione e alla sensibilità davanti al motivo. Gli oggetti, i luoghi e le scene dipinti non pretendono di esprimere alcun simbolismo, non rispecchiano alcuna impressione, alcun sentimento personale.

Attraverso la loro adesione fisica e tattile, piuttosto, i dipinti invitano ogni volta a riflettere sul processo stesso attraverso cui le cose diventano espressive e metaforiche per noi; ad interrogare la nostra tendenza innata ad umanizzare - osservando i quadri, appaiono, spesso involontariamente, riferimenti alla figura e al volto, tagli iconici da dramatic close-up; a riflettere, insomma, sulla nostra esperienza del mondo. E così manifestano la necessità di ripensare criticamente una pittura percettiva, sur le motif.

Mostra curata da Maria Chiara Valacchi

Tutte le immagini Michele Tocca, Studiolo 10, 2014, Spazio Cabinet Milan, courtesy Spazio Cabinet Milan, Photo Filippo Armellin

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Orari di apertura
Giovedì e Venerdì
Dalle 16.00 alle 19.30 o su appuntamento