In un orizzonte così frammentato, le ricerche artistiche troppo spesso somigliano a tasselli persi di un irricomponibile mosaico.

La personale di N.F.T. restituisce al pubblico una porzione significativa dello scenario artistico odierno, nel tentativo di mostrare come nell’arte contemporanea e nello specifico nel lavori presentati sia in corso un movimento di riorganizzazione del materiale sparso della postmodernità.

Si tratta di un processo che mostra tratti affini a ciò che nel linguaggio informatico viene definito “defrag”, deframmentazione, pur non negando il frammento e la rottura che il Novecento ha determinato all’interno dei principi assiomatici della cultura tradizionale.

L’operazione di deframmentazione compatta i vuoti nell’attualità dell’arte contemporanea, preserva il frammento come ricchezza e riorganizza l’idea stessa di totalità e/o insieme.

“Simultaneità”, ibridazioni, gioco di incastri possibili tra espressionismo, cubismo, futurismo, orfismo, raggismo e altre correnti novecentiste, iconografie industriali e paesaggi urbani o naturali risolte in composizioni pseudo meccanicistiche in bilico tra astrazione e figurazione, razionalità e surrealtà, in cui la pittura e le sue variabili formali diventano un presupposto di costruzioni o di assemblaggi polimaterici.

L’artista Nicola Felice Torcoli, classe 1980, generazione post-modernista, figlio dell’estetica del mescolamento, della cultura pop e trans avanguardista, di formazione accademica tradizionale, sedotto dalla materialità più che dalla smaterializzazione dell’opera: è homo faber, radicato al valore della manualità, del disegno e del colore, della potenzialità volumetrica ed espressiva dei materiali, perché l’arte si fa con tutto. Torcoli è onnivoro d’immagini, esperienze, incline alla sperimentazione di nuove tecniche; è un inesauribile ricercatore di “seduzioni” visive e tattili...

Questa prima mostra personale milanese segna il superamento di un’estetica macchinista amata da Fernand Léger, suo pittore prediletto e maestro ispiratore”. […]  Jacqueline Ceresoli da: Effetto Lego: variabili ludiche costruttive di Nicola Felice Torcoli

Chi voglia comprendere le implicazioni dell’opera deve entrare nel suo processo costitutivo e chiedersi come funziona.

Il punto fondamentale della mostra, è la presa di coscienza che l’arte contemporanea abbia bisogno di guida per la che ne smonti i meccanismi.

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