Sei pittori, un secolo, cento capolavori rileggono la cultura millenaria cinese per spingersi oltre la tradizione, senza rinnegare il vecchio, senza rinunciare al nuovo.

Fra questi Qi Baishi, secondo nel mondo solo a Picasso ed Andy Warhol per le vendite nelle aste mondiali, e Li Keran, suo discepolo che sin da giovane studiò l’arte di Leonardo, Michelangelo, Charles Le Brun e Käthe Kollwitz. E ancora, Huang Binhong, che nei giochi di luce e nell’uso del pennello e inchiostro arrivò a convergere con le tecniche dell’impressionismo occidentale, Jiang Zhaohe, il primo artista cinese ad avvicinarsi all’arte figurativa secondo un approccio propriamente realista, e non puramente simbolico come nella tradizione cinese, suo vero elemento di modernità. Ren Bonian, grande ritrattista, che ha immortalato “corpo e anima” dei personaggi attraverso pochi tratti di pennello, e Pan Tianshou che scuote la pittura tradizionale cinese con originali equilibri compositivi dal taglio quasi fotografico.

L’esposizione curata da Fan Di’an, direttore del Museo Namoc, e promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma, rientra nel programma dell’Anno Culturale della Cina in Italia, offrendo al grande pubblico la possibilità di conoscere da vicino i capolavori della pittura moderna cinese tra tradizione e modernità.

Seguendo una classica ripartizione dei generi pittorici, secondo quelle che sono sin dagli albori le tre tematiche tradizionali dell’arte figurativa cinese, la mostra si articola nelle sezioni  "Ritratti", "Fiori e uccelli", "Paesaggi", in un percorso espositivo che racconta come i Maestri abbiano "osato" oltre la tradizione, interpretando in maniera innovativa tecniche, generi e soggetti.
 
Per maggiori informazioni:
www.mondomostre.it
www.museopalazzovenezia.beniculturali.it

Autrice: Irina Ivan