The Visitors (2012) è una grande installazione costituita da nove proiezioni video in scala 1:1, che rimette in gioco le relazioni fra la dimensione del concerto dal vivo, la tradizione della performance, la poesia, il cinema attraverso un allestimento immersivo, basato sulla ripetizione e la circolarità dei gesti e delle ambientazioni.

La pratica performativa di Ragnar Kjartansson ha abbracciato sin dall’inizio tutto lo spettro delle arti: il teatro, la musica, la scultura e l’arte visiva stessa. Kjartansson crea delle performance o delle azioni che inglobano più discipline e in cui esplora e mette alla prova il confine di realtà e finzione, sempre in bilico tra il melanconico e la parodia.

Nei nove video di The Visitors compaiono musicisti differenti, tutti amici di Kjartansson (fra cui Kristín Anna e Gyða Valtýsdóttir, sorelle fondatrici della storica band islandese dei Múm, e Kjartan Sveinsson, tastierista fino al 2012 dei Sigur Rós), che cantano e suonano per più di un’ora, ciascuno con uno strumento diverso, la stessa melodia della canzone Feminine Ways, ispirata alla poesia composta dell’ex moglie dell'artista, Asdís Sif Gunnarsdóttir.

Le nove scene sono girate in alcune stanze – fra cui la biblioteca, lo studio, la cucina, la sala da bagno, una camera da letto, la veranda – della grande e fatiscente dimora ottocentesca di Rokeby Farm, nell’Upstate New York. Le nove tracce audio e video, girate separatamente, vengono proiettate contemporaneamente su grandi schermi in un allestimento concepito ad hoc dall’artista e dai curatori che enfatizza gli elementi visivi e sonori dell’opera, mettendo il pubblico al centro di una performance corale e continua.

Ispirata nel titolo e nel tema all’omonimo e ultimo album del celebre gruppo svedese ABBA, The Visitors offre una riflessione intorno al tema della forza e della persistenza dei legami affettivi, della malinconia e del romanticismo tipici della cultura nordica da cui Kjartansson proviene. La musica costituisce infatti un elemento fondamentale della sua intera composizione artistica e viene utilizzata, come lo stesso artista afferma, “da elemento quasi plastico”.

Ragnar Kjartansson nasce nel 1976 a Reykjavík (Islanda) dove vive e lavora. Dopo aver studiato presso l’Iceland Academy of the Arts di Reykjavík e successivamente alla Royal Academy di Stoccolma, Ragnar Kjartansson inizia la sua carriera di artista e performer. Nel corso dell’ultimo decennio, il suo lavoro ha ricevuto grande riconoscimento internazionale. Nel 2008 ha partecipato a Manifesta 8 e alla Triennale di Torino. Nel 2009 è stato il più giovane artista a rappresentare l’Islanda alla Biennale di Venezia. Nel 2011 il Carnegie Museum of Art di Pittsburgh, il Museum of Contemporary Art di North Miami e l’ICA di Boston hanno presentato la sua mostra personale Song. Nello stesso anno, con Bliss, ha vinto il Premio Malcolm McLaren a Performa (New York) e la Frankfurter Kunstverein ha presentato la sua prima grande retrospettiva europea, Ragnar Kjartansson: Endless Longing, Eternal Return. Nel 2012 espone The Visitors al Migros Museum für Gegenwartskunst di Zurigo. Sempre nel 2012 tiene una mostra personale alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. Nel 2013 viene invitato a partecipare alla 55a edizione della Biennale di Venezia curata da Massimiliano Gioni, per cui realizza S.S. Hangover, che unisce performance, scultura e suono.

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