Il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma presenta, dal 19 dicembre 2013 al 9 marzo 2014, la mostra Renato Mambor. Atto Unico, a cura di Benedetta Carpi De Resmini.

L’esposizione rientra nel programma rivolto ai “maestri del contemporaneo” – artisti della seconda metà del XX secolo – che il Museo ha sviluppato negli ultimi due anni, con progetti speciali dedicati a Vasco Bendini, Claudio Cintoli, Gastone Novelli, Vettor Pisani e Giulio Turcato.

Renato Mambor (Roma, 1936) – tra i protagonisti di quel particolare filone creativo sviluppatosi negli anni Sessanta in ambito romano e passato alla storia come Scuola di Piazza del Popolo – si distingue per una ricerca iconica e oggettuale che tende a scardinare codici linguistici precostituiti. La sua opera si pone al confine tra varie forme espressive e, attraverso la sperimentazione di linguaggi diversi e l’abbandono dell’oggetto pittorico in sé, si apre sempre ad un rapporto metalinguistico tra parole, immagini, cose e persone, creando un cortocircuito vitale tra oggetto e soggetto.

La mostra si concentra sul periodo che va dal 1970 al 1989, e vuole essere una riflessione sul tema dello sconfinamento tra arte e vita, che l’artista ricerca nel teatro, trasformando il suo fare arte in un laboratorio permanente.

Circa 30 le opere in mostra, alcune concepite da Mambor come veri e propri rebus, grandi cartoni in cui, dietro a un particolare, si nasconde un piccolo enigma da decifrare.

L’intero percorso espositivo, prendendo avvio dalle Azioni fotografate (1966-1970), ruota attorno a Trousse (1975), una scultura concepita come un dispositivo per evidenziare e ospitare un oggetto, o un individuo, consentendo di esplicitarne la realtà ad esso legata: la gabbia metallica diventa una cornice che inquadra, cristallizza porzioni di vita per creare nuove relazioni di senso. Come spiega lo stesso artista: “Il nome trousse l’ho preso dall’astuccio degli strumenti, proprio per indicare la caratteristica di quest’indagine all’interno di un individuo, attuata nel contesto di un’assistenza corale, attraverso una metodologia collettiva. Trousse è uno spazio fisico diventato mentale con soglie fluide per il passaggio dall’interno dell’individuo all’esterno del palcoscenico e viceversa.”

Dall’esperimento del parallelepipedo metallico prende avvio l’esperienza del teatro, inizialmente con una compagnia teatrale che prenderà il nome di Gruppo Trousse, successivamente con sperimentazioni differenti, sempre comunque seguendo il filo dell’analisi linguistica, in cui la forma oggettiva statica è sempre in rapporto con i processi formativi della visione.

Renato Mambor nasce a Roma nel 1936. Inizia la sua carriera nel cinema come sceneggiatore, cartellonista e come attore (infatti interpreta un piccolo ruolo nella Dolce Vita di Federico Fellini). Verso la fine degli anni Cinquanta comincia a dedicarsi alla pittura, e tiene la sua prima esposizione nel 1959 a Roma, alla Galleria Appia Antica. L'anno successivo vince uno dei "Premi di incoraggiamento" della Galleria d'Arte Moderna, per poi esporre alla Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis nel 1965. Tra il 1966 e il 1970 realizza le Azioni fotografate, di cui alcune vengono esposte alla Galleria La Bertesca a Genova.

Nel 1970 partecipa a Vitalità del negativo (Palazzo delle Esposizioni, a cura di Achille Bonito Oliva), esponendo La difesa (1970), sagome rosse di calcio balilla. In questi anni si avvicina al teatro, formando il gruppo “Trousse” con Carlo Montesi, Lillo Monachesi e Claudio Privitera, affiancato da Patrizia Speciale. Nel 1977 Graziella Lonardi Buontempo lo invita a realizzare un’opera site-specific a Palazzo Taverna.

Negli anni Ottanta arriva ad una forma di teatro più tradizionale con Mario Prosperi. Negli anni Novanta tiene una personale a Palazzo delle Esposizioni (1993) e realizza grandi installazioni, come quella per la mostra Fermata d’Autobus nello Spazio Flaminio (Roma, 1995). Nel 1999 gli viene dedicata una grande retrospettiva dall’Istituto Nazionale per la Grafica a Roma. Negli ultimi anni ha tenuto numerose mostre personali in Italia e all’estero tra cui: nel 2007 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e nel 2012 all’Hambuger Bahnof di Berlino.

MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma
Via Nizza,138
Roma 00198 Italia
Tel. +39 06 671070400
macro@comune.roma.it
www.museomacro.org

Orari di apertura
Martedì - Domenica 11.00 - 19.00
Sabato 11.00 - 22.00 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Da Martedì a Domenica dalle ore 11.00 alle ore 21.00 apertura dei cancelli (via Nizza 138 e via Reggio Emilia 54) per accedere agli spazi liberi: foyer, Hall, ristorante, caffetteria, terrazza e spazio Area.

Immagini correlate

  1. Renato Mambor, La linea parallela del mare, 1983, pastelli, matite colorate e acquerello su cartoncino, 50,5 x 71,5 cm, Collezione privata
  2. Renato Mambor, Cucire come remare, 1982, collage, smalto, matita e acquerello su cartoncino, 72 x 102 cm, Collezione privata
  3. Renato Mambor, La linea parallela del mare, 1983, pastelli, matite colorate e acquerello su cartoncino, 50 x 71 cm, Collezione privata
  4. Renato Mambor, Araldica mobile, 1969, Azione fotografata, Stampa bianco e nero alla gelatina al bromuro d’argento
  5. Renato Mambor, Mani cucite, 1969, Azione fotografata, Smalto su stampa bianco e nero alla gelatina al bromuro d’argento
  6. Renato Mambor, Radiovisione, alcuni componenti del gruppo Trousse, Teatro dell’Orologio, Roma, 1989, Foto Marco Delogu