La galleria A arte Studio Invernizzi inaugura giovedì 24 maggio 2012 alle ore 18.30 una mostra personale dell’artista Riccardo De Marchi.

Dopo la mostra svoltasi al MACRO di Roma nel 2011, l’artista presenta in questa occasione opere pensate in relazione allo spazio espositivo.

“Nella mostra attuale dal titolo 'Le parti mancanti' sono presentate diverse opere realizzate in acciaio inox a specchio, alluminio, plexiglas e polietilene. Il titolo si riferisce ad un lavoro dall’aspetto decisamente scultoreo, composto da 'trucioli' di alluminio e posto al centro di una delle sale. Si tratta di quelle parti che durante il processo di lavorazione sono state sottratte e asportate e che l’artista vuole porre in risalto proprio perché sono la risultanza metaforica ma anche fisica dell’atto del forare. 'Le parti mancanti' costituiscono il 'tolto' che viene restituito e riposizionato, come a ricreare un equilibrio di forze e che diviene parte integrante dell’insieme della mostra, seppure trasformato nella forma e nella sostanza da quello originale”.

Nella prima sala del piano superiore viene esposta "Spazio bianco", opera composta da volumi di plexiglas di vari formati mentre nella seconda sala si trova appunto il lavoro "Le parti mancanti".

Al piano inferiore sono esposti due blocchi in plexiglas trasparente che, penetrando nella parete della galleria, danno vita all’opera "Attraverso".
Il buco-traccia-scrittura di De Marchi vuole essere non solo uno spazio mentale e fisico, ma propriamente un "luogo" ove l'arte si fa recupero della materialità concreta, plurale e finita del reale, attraverso l'imprimersi,il tracciarsi ed il ritracciarsi del gesto.

La scrittura-foratura di De Marchi riporta la traccia del passaggio dell’artista all’interno di un percorso mentale, metaforico e soprattutto fisico, che trasforma l’assenza della materia in presenza, all’interno di un percorso in cui ciò che si percepisce come una mancanza, in realtà, non sparisce ma trova un altro luogo dove far emergere la propria esistenza.

In occasione della mostra viene pubblicato un catalogo bilingue con la riproduzione delle opere esposte, un saggio introduttivo di Antonella Soldaini e un aggiornato apparato bio-bibliografico.