Considerato da alcuni il padre del fotogiornalismo, da altri colui che al fotogiornalismo ha dato una nuova veste e una nuova direzione. Robert Capa il famoso fotografo ungherese, pur non essendo un soldato, visse la maggior parte della sua vita nei campi di battaglia, seguendo i cinque maggiori conflitti mondiali: la guerra civile spagnola, la guerra sino-giapponese, la seconda guerra mondiale, la guerra arabo-israeliana del 1948 e la prima guerra d’Indocina.

Settantamila foto scattate in quasi quarant’anni di vita. Questa è l’eredità custodita a New York, all’International Center of Photography. Da questo enorme patrimonio il fratello Cornell e il biografo di Capa Whelan hanno selezionato 937 foto, tra le più caratteristiche ed importanti che hanno dato vita a tre serie identiche – le master Selection I, II e III - ognuna completa di tutte le immagini, conservate a New York, Tokyo e Budapest.

Una selezione di 78 fotografie saranno ospitate dal 3 ottobre 2013 al 6 gennaio 2014 nel Museo di Roma Palazzo Braschi nella mostra “Robert Capa in Italia 1943 - 1944”.

Per l’occasione saranno utilizzati i nuovi ambienti espositivi, destinati esclusivamente alle mostre temporanee. Una volta ultimati i lavori di allestimento di tutti gli spazi recentemente restaurati, le sale espositive del palazzo saranno 58, distribuite su tre piani.

Questa importante esposizione, ideata dal Museo Nazionale Ungherese di Budapest e Fratelli Alinari, Fondazione per la Storia della Fotografia, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con il Museo Nazionale Ungherese di Budapest, il Ministero delle Risorse Umane d’Ungheria, il Fondo Nazionale Culturale, l’Istituto Balassi – Accademia d’Ungheria a Roma e l’Ambasciata di Ungheria a Roma. L’organizzazione è di Zètema Progetto Cultura e la cura di Beatrix Lengyel. Il catalogo è una coedizione del Museo Nazionale Ungherese di Budapest e Fratelli Alinari, Fondazione per la Storia della Fotografia.

Una mostra – la cui tappa successiva sarà Firenze presso il MNAF Museo Nazionale Alinari della Fotografia dal 10 gennaio al 30 marzo 2014 - organizzata in occasione dell’Anno Culturale Ungheria Italia 2013 che coincide con il centenario della nascita di questo grande maestro della fotografia del XX secolo (1913–1954) e che racconta con scatti in bianco e nero il settantesimo anniversario dello sbarco degli Alleati. Esiliato dall’Ungheria nel 1931, inizia la sua attività di fotoreporter a Berlino e diventa famoso per le sue fotografie scattate durante la guerra civile spagnola dal 1936 al 1939. Quando arriva in Italia come corrispondente di guerra, ritrae la vita dei soldati e dei civili, dallo sbarco in Sicilia fino ad Anzio: un viaggio fotografico, con scatti che vanno da luglio 1943 a febbraio 1944 per rivelare, con un’umanità priva di retorica, le tante facce della guerra spingendosi fin dentro il cuore del conflitto.

Le immagini colpiscono ancora oggi per la loro immediatezza e per l’empatia che scatenano in chi le guarda. Lo spiega perfettamente John Steinbeck in occasione della pubblicazione commemorativa di alcune foto di Robert Capa “Capa sapeva cosa cercare e cosa farne dopo averlo trovato. Sapeva, ad esempio, che non si può ritrarre la guerra, perché è soprattutto un’emozione. Ma lui è riuscito a fotografare quell’emozione conoscendola da vicino.”

Ed è così che Capa racconta la resa di Palermo, la distruzione della posta centrale di Napoli o il funerale delle giovanissime vittime delle Quattro Giornate di Napoli. E ancora, vicino a Montecassino, la gente che fugge dalle montagne dove infuriano i combattimenti. E i soldati alleati, accolti a Monreale dalla gente, o in perlustrazione in campi opachi di fumo.

Settantotto fotografie nelle quali l’obiettivo di Capa mostra una guerra subita dalla gente comune, piccoli paesi uguali in tutto il mondo ridotti in macerie, soldati e civili vittime della stessa strage.

Così Ernest Hemingway, nel ricordare la scomparsa, descrive il fotografo:”Ѐ stato un buon amico e un grande e coraggiosissimo fotografo. Era talmente vivo che uno deve mettercela tutta per pensarlo morto.”

Foto, famose in tutto il mondo, che raccontano a modo loro la vita.

Uno dei “giganti” della fotografia, Robert Capa nacque a Budapest il 22 ottobre 1913 con il nome di Endre Ernő Friedmann. Studiò nel Liceo Madách di Pest, e, grazie ad alcune amicizie, cominciò a frequentare lo studio fotografico di József Pécsi, che vi svolgeva veri e propri corsi di fotografia; conobbe in gioventù anche Lajos Kassák, personaggio di spicco dell’avanguardia ungherese. All’inizio del 1931 giunse a Berlino, dove studiò per due semestri presso la Facoltà di Scienze Politiche (Deutsche Höchschule für Politik); ottenne, nel frattempo, un incarico nel laboratorio dell’agenzia fotografica Dephot. Il suo primo reportage di una certa importanza – un discorso di Lev Trockij a Copenhagen – venne pubblicato sulla rivista “Weltspiegel” nel 1932. Quando nel 1933 Hitler venne nominato cancelliere, Capa decise di trasferirsi a Parigi. Lì conobbe e divenne amico di Andé Kertész, un altro emigrato ungherese; incontrò anche Henri Cartier-Bresson e David Seymour. Infine, conobbe qui l’amore della sua vita, la fotografa Gerda Taro. In questi anni lavorò per diverse agenzie fotografiche insieme a Gerda. Le sue fotografie della guerra civile spagnola del 1936-1937 sono già firmate Robert Capa, pseudonimo scelto nel 1936.

Le immagini vennero pubblicate sulle maggiori riviste del tempo: “VU”, “Ce Soir”, “Zürcher Illustrierte Zeitung”, “Picture Post”, “Illustrated London News” e “Life”. Nel 1938 pubblicò il volume ideato da André Kertész, Death in the Making, con in copertina la celebre fotografia del miliziano. Capa dedicò il libro alla memoria di Gerda Taro, uccisa sul fronte spagnolo. Quello stesso anno passò sei mesi in Cina come assistente di Joris Ivens. Nel 1939 emigrò negli Stati Uniti, dove visse fino al 1946 come cittadino ungherese, con continui problemi di passaporto e di visto, in particolare durante la Seconda Guerra Mondiale. Fra il 1941 ed il 1945 lavorò soprattutto come fotoreporter di “Life” su vari fronti bellici. Fu in Italia dal luglio del 1943 al febbraio del 1944. Nel 1944 si trovò in Normandia per immortalare il D-day, lo sbarco degli Alleati. Fu uno dei fondatori dell’agenzia fotografica indipendente Magnum con un manipolo di amici e colleghi fotografi. Perse la vita il 25 maggio 1954, calpestando una mina anti-uomo in Vietnam.

Alla fine del 2008 e l’inizio del 2009 il Museo Nazionale Ungherese acquistò la serie Robert Capa Master Selection III dalla collezione dell’International Center of Photography di New York, dove l’eredità di Capa è tuttora custodita. La serie è composta da 937 fotografie scattate in 23 paesi di 4 continenti, e costituisce una selezione preparata all’inizio degli anni ’90 da Cornell, fratello di Robert Capa, anch’egli fotografo, e da Richard Whelan, biografo di Capa. Le immagini selezionate – in gran parte negativi originali – furono riprodotte in tre serie identiche, contrassegnate con stampo a secco “Robert Capa”. Venne inoltre sancita l’impossibilità di produrre nuove serie. Delle tre, una rimase a New York, una si trova in Giappone, e la terza – con questo acquisto – tornò nel paese natale di Capa, diventando parte dell’eredità culturale ungherese.

Delle 937 fotografie della Robert Capa Master Selection III, 78 mostrano le battaglie in Italia che Capa seguì dallo sbarco in Sicilia del luglio 1943 fino allo sbarco di Anzio nel febbraio 1944.

Palazzo Braschi

Piazza di San Pantaleo, 10
Roma 00186 Italia
Tel. +39 06 0608

Orari di apertura
Tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00