La fotografa nonché architetto franco-canadese Sandrine Mussy inaugura la propria prima mostra “Ruggine” presso Aria art gallery Firenze.

L'oggetto di questo lavoro fotografico è racchiuso nel dare evidenza all'impatto del tempo sul nostro ambiente, mettendo in scena il lento processo di disintegrazione dei materiali sottomessi alla corrosione; un reportage frutto di un interesse profondo per l'archeologia industriale e la capacità di questi spazi di sopravvivere al tempo.

Partendo da un veicolo che comporta dei codici visivi che tutti siamo in grado di identificare, l'immagine orienta lo spettatore verso una percezione differente dell'oggetto tramite l'utilizzo del punto di vista e del taglio fotografico scelto dall'autore.

Aiutata dall'azione del tempo e dalla sua testimonianza, la fotografa comincia il suo processo di stravolgimento dell'immagine, e propone una prima visione dove immergere lo spettatore... la sua.

Lasciando poi ad ognuno la liberta di interpretare secondo la propria esperienza passata, il proprio bagaglio culturale, emozionale e sensibile, a poco a poco lo spettatore lascia la realtà industriale per calarsi in un mondo organico, vegetale, animale arrivando alla visualizzazione di un mondo onirico.

Questi, appropriandosi del lavoro che in questo momento non appartiene più all'autrice, entra nelle dinamiche del processo artistico: un dialogo tra l'artista e se stesso, una risposta emotiva...

Il passaggio da una realtà tecnologica reale tangibile ad un mondo totalmente astratto avviene gradualmente tramite il percorso fotografico proposto.
Giocando con i primi piani, l'autrice sottolinea il delicato connubio tra il metallo e l'organico;
mentre alcuni codici industriali sono ancora presenti a meta del percorso, la natura riprende il suo corso, sovrastando le carcasse, arriviamo alla fine in un mondo di fantasia privo di qualsiasi riferimento tecnologico tranne la presenza permanente della ruggine.

Attraverso dittici e trittici, le opere di Sandrine si compongono riportandoci alla realtà, alla sorgente del suo punto di osservazione, e quasi facendoci l’occhiolino ci trasporta verso il contrario del suo processo creativo.

A differenza delle creazioni umane che sono sopravvissute nel corso dei secoli, cosa succederà al mondo industriale?

Mutazioni fantastiche
Il prodigio diventa un’aggressione proibita, minacciosa, che infrange la stabilità di un mondo le cui leggi, fino ad allora, apparivano rigorose e immutabili. É l’Impossibile, che sopraggiunge all’improvviso in un mondo da cui l’impossibile è bandito per definizione. - Robert Callois, Obliques. Précédé de Images, images…, 1975

“Carcasse d’auto, furgoni, camion e altra ferraglia che un tempo faceva da ingranaggio, ammortizzatore o cuscinetto abbandonati in uno sfasciacarrozze fuori città. La natura umida ricca di muschi cresce sotto i cofani, sfonda i parabrezza e lunotti, li rosicchia o semplicemente favorisce, quel processo di ossidazione delle parti ferrose che prende il nome di ruggine. Il ferro abbandonato all’aria è all’acqua compie una metamorfosi su i metalli, trasforma lo sportello: lo piega e lo sfalda. In principio erano macchine, complesse, rumorose e puzzolenti. Ormai fuori uso, nel silenzio della terra mutano forma. Le fotografie di Sandrine Mussy sono rilevazioni di questa mutazione. Non tanto una memoria dell’accaduto, ma un’evidenza dell’accadere. Le forme che vediamo in queste fotografie cambiano mentre le guardiamo. Scorrendo le immagini che compongono questo lavoro a volte ne troviamo di astratte, altre dove la forma originaria è ancora percepibile, in altre ancora capita di intravedere, la dove c’era il muso di quello che forse era un scuolabus, qualcosa di animalesco: le narici di una bestia enorme e pesante.

In un'altra foto, un foro su una superfice sagomata che doveva ospitare vite e bullone, diventa l’occhio nero di un mollusco cefalopode. Un insieme di molle, copiglie e rondelle si trasformano in un brulichio rossiccio di insetti, come un semiasse o un traversa di ferro diventano la spina di una pesce primordiale. Una galleria di essere proteiformi emerge dalle carcasse corrose. Come nel Manuale di zoologia fantastica di J.L. Borges e M.Guerrero dove viene compiuta una ricognizione di strani animali e mostri che popolano il patrimonio di conoscenza delle civiltà occidentali e orientali, così nelle foto di Sandrine Mussy vengono rievocati il Baldanders e il Catopleba, il Kraken, il Mirmicoleone o l’Odradek. C’è fra le figure animalesche raccolte nel manuale di Borges l’agnello vegetale di Tartaria, detto anche borametz. Una pianta che ha forma d’agnello, coperta da lanugine dorata e con radici a fittone, solitamente in numero di quattro o cinque. La leggenda arrivata fino a noi grazie ai cronisti medievali, racconta di un essere contemporaneamente animale vero e proprio e pianta. Un essere, quindi, che racchiude in sè sia il regno vegetale che quello animale. Bene, forse questo essere ricoperto di felce, confuso fra il fogliame verde che spunta fra la ruggine dei metalli, appare nelle foto di Sandrine Mussy. Lo potremmo prendere come compagno per un viaggio nell’immaginario di questa autrice dove, suggerendo un divenire possibile delle cose e non solo un loro deteriorarsi, regno minerale, vegetale e perchè no animale sembrano riuniti in un sorta di breviario fantastico per immagini. La vita la dove a prima vista sembra essere venuta meno riemerge nella lentezza del tempo delle piante, delle pioggie e della terra.” - Roberto Malfagia

Sandrine Mussy è un architetto franco canadese residente a Firenze, con una grande passione per il design sobrio, deciso e dinamico.
Il suo lavoro indica uno speciale interesse per le materie prime e l’ambiente industriale che sono parte integrante della sua espressione artistica nonché mondo professionale. Laureatasi in architettura alla Scuola delle belle arti di Parigi, inizia la sua carriera come leader designer della più grossa compagnia di sviluppo fotografico francese; in seguito si è trasferita a Montreal, Canada dove ha fondato la sua azienda di home restyling e design di mobili “AD Design”. La sua vita in costante movimento la porta successivamente ad Abu Dhabi dove riesce in una nuova sfida creando “AD2”, azienda focalizzata sull’ Interior Design ed in partnership con un designer libanese. Durante la sua carriera professionale ha sempre mantenuto la sua forte passione per la fotografia attraverso la creazione e la vendita libri di residenze private e di lusso. Non appena arrivata a Firenze ha conseguito il diploma in fotografia presso la scuola di APAB, dove ha lavorato con Roberto Malfagia, Marco Crivellin, Alessandro Botticelli…

Aria Art Gallery
Borgo SS Apostoli, 40r
Firenze 50123 Italia
Tel. +39 055 216150
info@ariaartgallery.com
www.ariaartgallery.com

Orari di apertura
Lunedì - Sabato 10.30 - 13.30 e 15.30 - 19.30
Domenica su appuntamento