La prima mostra ufficiale del movimento Trampled Art , il 07/02/2014, presso la galleria Deodato Arte di Milano, è stata un trionfo.

Il padre del movimento artistico è l’artista astrattista Alessandro Giorgetti. La Trampled Art nasce, dalla sua sensibilità artistica, come strumento di protesta verso quegli organi ai quali spettava il compito di difendere e promuove le Arti visive , ormai, all’interno di un business che gran parte delle volte nulla ha che fare con la cultura.

Numerose sono state le personalità che hanno partecipato all’evento. Ognuno ha dimostrato, con la propria presenza, il desiderio di voler cambiare la direzione del modo di gestire l’arte Contemporanea, sempre più intessuta da una modalità dialettica in cui è la cultura dell’economia, fregiata da favoritismi e raccomandazioni a dominare.

Un intenso dibattito ha adornato la serata e molti sono stati gli interventi. È intervenuta, tra questi, l' event project manager Susanna Tartari , la sceneggiatrice e giornalista Roberta Tosi, i giornalisti Paola Lui e Francesco Mattana, il giovane critico d’Arte Mattea Micello, la scrittrice Gaia Conventi e il Giornalista storico Mario Arceri.

A concludere il dibattito ed ha presentare il movimento Trampled Art è stato l’ospite d’eccezione della serata, lo storico e critico dell'Arte Giorgio Grasso, curatore della 54a Biennale di Venezia.

Il dibattito ha catturato l’attenzione di tutti i presenti. Si è parlato a lungo della degradazione intellettuale che si aggira nel mercato dell’Arte Contemporanea, che spesso e fin troppo spesso è composto dai lineamenti volgari delle bugie, delle finzioni e delle vie laterali. Ci si è espressi ampiamente anche sul rapporto tra Arte e società e, come questi, debbano cooperare in estrema sintonia per abbattere l’ignoranza affaristica mercantile che si aggira nel mondo dell’Arte corrente.

Singolare colpo di scena è stato non trovare, inizialmente, nella galleria, nessuna Opera in bella esposizione. Inconsueto per una mostra d’Arte! Tra i muri a dominare era il bianco incontrastato delle pareti. Una sorta di spazio utopico, un non luogo.

La rappresentazione di un mondo dell’Arte sano, che non c’è, quasi diventato ideale. Ancor più inconsueto è stato scorgere , in fondo alla sala espositiva, dei sacchi neri utilizzati per la spazzatura che, con sorpresa da parte dei presenti, facevano da involucro alle Opere degli artisti. Una grandissima invenzione che esige essere emblema di un’ Arte che, governata dal materialismo imperante, rischia di perdere il suo valore autentico culturale e diventare al pari del sudiciume della spazzatura.

Il momento più magico è stato l’approdo delle Opere artistiche nello spazio che le ha accolte. Gli artisti pervasi per un’istante da un silenzio, quasi sacrale, fanno fuoriuscire la loro Opera dai sacchi per la spazzatura. Riduttivo parlare di creatività dell’allestimento. Meglio dire rito, celebrato negli spazi espositivi per dare forma a quel miracolo culturale che è l’Arte. È stato un momento di forte impatto emotivo, gremito dalla sofferenza degli artisti e di tutti coloro che non vogliono assolutamente che l’Arte finisca ad essere mutata in qualcosa che la rende orrido e di cattivo gusto.

Un concetto tradotto dall’ Opera di Alessandro Giorgetti, e dalle Opere dei roccaforti del suo movimento: Ciro Palumbo, Giovanni Puntrello, Sabrina Romanò, Luca Fagioli, Andrea La Casa, Marika Pozzi, Ivo Vassallo, Marcella Arena, Teorema Fornasari, Salvatore Palazzolo. Seppure le undici opere sono fortemente diverse nella struttura linguistica artistica, restano comunque accomunate da uno stesso filo conduttore: il profondo attaccamento per la vita dell’Arte. Segni interni dell’anima e corroborate di riflesso nei tratti esterni delle loro Opere. Un sentimento forte, capace di echeggiare per tutta la sala espositiva, regalandoci una piena produzione visiva artistica.

Ad arricchire lo spazio era la folla, ma qui la folla non si è dispersa nel caos quotidiano, essa assieme all’impeto cromatico degli artisti ha inviato uno straordinario messaggio al mondo dell’Arte odierno: la necessità di un cambiamento che non vuole essere un brillante scenario del futuro, ma del presente. Un cambiamento che non appartiene solo agli addetti ai lavori delle Arti visive, ma appartiene anche allo sguardo di ognuno di noi. La battaglia del movimento Trampled Art, in questa forma, assume significato di contestazione globale. Non sono pochi coloro che pensano alla necessità di un rinnovamento totale che investa tutto il vivere umano, comportamento e morale. Solo così la gestione dell’Arte Contemporanea può divenire meno manipolatoria e più responsabile.

Galleria Deodato Arte
Via Pisacane, 36
Milano 20129 Italia
Tel. +39 02 39521618
galleria@deodato-arte.it
www.deodato-arte.it

Orari di apertura
Lunedì - Venerdì 9.30 - 13.30 14.00 - 19.00
Sabato 10.00 - 13.00 e 15.00 - 19.00