Questa mostra presenta una serie di lavori fotografici sul tema della città. Il titolo del progetto espositivo evoca, come appare immediatamente, il verso di una famosissima canzone di Giorgio Gaber, anch’essa ovviamente ispirata al tema della città. Com’è bella la città è una canzone del 1969 in cui Gaber, con geniale ironia, mentre sembra vantare l’indomita vitalità e la produttività della metropoli, nell’esecuzione del brano e nella sua rappresentazione teatrale, arriva a porre in evidenza gli aspetti nevrotici della vita cittadina: l’essere sempre di corsa, l’ansia del reddito, la mancanza di pace, di meditazione e condivisione, e persino (a volte) di allegria.

Ampliando la riflessione, dal punto di vista di Gaber, chi vive in città rischia di trasformarsi in un consumatore un po’ nevrotico, che si muove affannosamente tra traffico e vetrine, abbagliato dalle luci e dalla smania produttiva. Non somiglia molto al flâneur di benjaminiana memoria. che osserva, annota e riflette, pronto a cogliere ogni spunto di suggestione e di bellezza, né tantomeno si ricorda di essere prima di tutto, appunto, un cittadino.

I lavori proposti dai fotografi in mostra indagano il rapporto tra contesto urbano e architettonico, ma soprattutto pongono l’accento sul ruolo dell’essere umano inserito in questo stesso contesto. È vero che, in quasi tutte le immagini esposte, l’essere umano è percepito spesso piuttosto come un’assenza, a volte quasi metafisica; oppure resta non identificato, confuso con una massa anonima, che annulla l’individuo e lascia prevalere il silenzio e la mancanza di dialogo interpersonale. Ma proprio questa assenza allude, pure se in maniera antinomica, alla sua presenza. Già solo perché tutto, nei luoghi ritratti, è frutto del lavoro dell’essere umano, prodotto della sua azione e creatività.

I fotografi coinvolti nel progetto sono (in rigoroso ordine alfabetico): Mario Daniele, Gianpiero Fanuli, Pierpaolo Maggini, Piero Mollica, Patrick Van Roy e Silvio Zangarini.

Pur vantando tutti una grande abilità tecnica dal punto di vista dell’esecuzione dei lavori, gli autori selezionati per questo progetto provengono da diverse esperienze professionali e umane, e hanno tipologie di ricerca tra loro anche molto dissimili. Proprio per questa ragione è quindi interessante leggere i lavori senza porre limiti all’immaginazione, lasciandosi guidare dalle suggestioni che le opere suggeriscono, in un viaggio virtuale (o meglio, interiore) fatto di sguardi, visioni e modi di osservare il mondo metropolitano, cogliendo ogni volta spunti e aspetti ogni volta nuovi.

Mostra curata da Maria Cristina Strati.

Riccardo Costantini Contemporary
Via della Rocca, 6/B
Torino 10123 Italia
Tel. +39 011-8141099
riccardocostantini65@gmail.com

Orari di apertura
Martedì - Sabato
Dalle 11.00 alle 19.00