Con questa mostra e il relativo volume si vuole ricordare il trentennale della morte dei due Maestri avvenuta nel 1984.

La mostra è a cura di Estemio Serri. Complessivamente saranno esposte 50 opere: quelle di Virgilio Guidi dal 1915 al 1970, quelle di Bruno Saetti dal 1931 al 1980. Nel volume la sezione dedicata a Virgilio Guidi ha la prefazione di Toni Toniato e il saggio critico di Claudio Spadoni. La sezione dedicata a Bruno Saetti ha la prefazione di Estemio Serri e il saggio critico di Mariastella Margozzi.

Virgilio Guidi nasce a Roma nel 1891. Arriva a Venezia nell’aprile del 1927 con l’incarico di insegnare pittura dell’Accademia di Venezia. Nel 1935 si trasferirà a Bologna, dove insegnerà pittura all’Accademia fino al 1944, pur conservando la cattedra fino al 1961. Ritornerà quindi a Venezia dove rimarrà fino alla morte.

Bruno Saetti nasce a Bologna nel 1902 e si trasferisce a Venezia nel 1930 avendo vinto il concorso per la cattedra di figura disegnata al Liceo Artistico. Dal 1939 gli viene assegnata la cattedra di pittura all’Accademia, di cui poi diventerà direttore dal 1950 al 1956.

I due Maestri costituirono inevitabilmente un esempio per coloro che a Venezia e Bologna, in quei decenni, cominciavano ad affermarsi nel mondo dell’arte e il loro magistero contribuì a formare una intera generazione di artisti. Saetti, di personalità molto schiva, fu particolarmente dedito all’ambito formativo accademico, mentre Guidi con una forte curiosità artistica che lo spingeva verso nuove esperienze e studi pittorici, fu una vicinanza più sociale e di rilievo intellettuale. Entrambi furono capaci di spronare i propri studenti rendendoli partecipi del forte rinnovamento in atto in quegli anni.

Bruno Saetti nel 1927 organizza la sua prima mostra personale. L’anno successivo, con l’opera “Il giudizio di Paride”, è ammesso alla Biennale di Venezia, che lo vede partecipante in numerose edizioni, in totale 14, dal 1928 al 1972; invitato ad 8 edizioni consecutive, fino al 1942. Nel 1952 ottiene il 1º premio alla XXVI edizione a cui partecipa con un’intera sala. Dal 1931 e fino al 1972 prende parte alle edizioni della Quadriennale romana.

Partecipa anche alle grandi rassegne internazionali organizzate dalla Biennale veneziana (Praga, Varsavia, Cracovia, Budapest, Vienna, Sofia, Bucarest).

Il 1935 è un anno cruciale per Saetti: la scoperta, folgorante, dell’affresco pompeiano. L’affresco è per lui una tecnica pittorica congeniale che perfezionerà anno dopo anno, diventandone maestro riconosciuto, tanto che nel 1967, dopo essersi recato in Giappone per alcune personali a Tokio ed Osaka, viene invitato a tenere lezioni sulla tecnica dell’affresco presso l’Università d’Arte di Tokio.

Nel 1939 è invitato con mostra personale alla Quadriennale romana dove vince il primo premio davanti a Giorgio Morandi, non senza polemiche: quando gli viene comunicato di aver vinto chiede una riunione urgente e scongiura il comitato scientifico di assegnare il primo premio a Morandi dicendo “se mi date il premio, mi rovinate la vita”. La critica morandiana lo bollerà successivamente come “il fascista Bruno Saetti che vinse la Quadriennale di Roma”. È però illogico pensare che abbia vinto per soli motivi politici la Quadriennale di Roma nel 1939 e che nel ’50, dopo l’epurazione degli artisti che avevano collaborato con il fascismo, gli venga assegnata la direzione dell’Accademia di Venezia.

Nel 1941 realizza il grande affresco per la Facoltà di lettere e filosofia a Padova e ha l’incarico di progettare gli affreschi per la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo all’EUR di Roma, che però non verranno realizzati.

Nel 1950 esegue un grande affresco per la Chiesa di Sant’Eugenio a Roma e crea due grandi mosaici e un affresco per l’Atrio della Chiesa del Collegio Americano di Roma. Anche negli anni successivi progetta e realizza su commissione vetrate, mosaici e affreschi per la Basilica di San Domenico a Siena, per l’Università di Padova e per la Chiesa parrocchiale di Campione d’Italia. Nel 1961 viene montato il grande mosaico “Angeli” eseguito per la Chiesa di San Giovanni Battista sull’Autostrada del sole. Per questo nel 1962 alla XXXI edizione della Biennale di Venezia gli viene assegnato il Premio Internazionale di Arte Sacra. Il Governo Italiano lo aveva già insignito della Medaglia d’oro per i benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte e lo premierà nuovamente nel 1974 con il Menhir d’Oro riservato ai maestri dell’Arte Italiana.

Negli ultimi 10 anni di vita si susseguono mostre e riconoscimenti, tra cui l’antologica al Museo Civico di Bologna con oltre 200 opere esposte, l’ampia rassegna nella Sala Napoleonica organizzata dal Comune di Venezia nel 1975, la mostra antologica di Palazzo Strozzi a Firenze del 1981 e quella del 1982 a Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Si spegne a Bologna il 10 luglio 1984.

Virgilio Guidi da giovane segue i corsi dell’Istituto Tecnico a Roma, appassionato di geometria e disegno. Per coltivare quest’ultima vocazione segue anche i corsi serali della Scuola libera di pittura. Nel 1907 abbandona l’Istituto Tecnico e va “a bottega” del restauratore e decoratore romano Giovanni Capranesi il quale alla fine dell’anno lo promuove suo primo aiuto. Fra 1920-’23 dipinge alcuni dei suoi più importanti quadri di figure che presenterà ala XIII Biennale di Venezia del 1922. Comincia a vendere i suoi dipinti e frequenta la “terza saletta” del Caffé Aragno dove entra in contatto con Giorgio De Chirico, Giuseppe Ungaretti, Roberto Longhi. Nel 1924 raggiunge il successo alla XIV Biennale di Venezia con l’opera Tram, ora alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Nel 1926 prende parte alla prima mostra del “Novecento Italiano” a Milano, al Palazzo della Permanente; parteciperà poi anche alla seconda del ‘29. Nel 1927 si trasferisce a Venezia per occupare la cattedra di pittura all’Accademia. Partecipa a molte edizioni della Biennale di Venezia; nel ’40 sarà invitato con una sala personale. Partecipa anche alle diverse edizioni della Quadriennale romana.

Comincia ad individuare temi teorico-compositivi costanti come l’apparizione di una figura femminile e la Visita. Nel 1946, interessatosi alla grafica, avvia la sua attività pubblicando una serie di litografie. Tra il 1947-’50 realizza Marine in uno schema di puri piani di colore, e Figure nello spazio. Nel 1950 prende parte al movimento spaziale, animato da Lucio Fontana. Nel 1954 gli viene organizzata un’antologica alla XXVII Biennale di Venezia; pressoché unanime era la convinzione che a Guidi sarebbe stato conferito il Premio per la Pittura, viceversa interessi e pressioni di vario tipo indirizzeranno la giuria a preferirgli Santomaso, ciò produrrà in Guidi una cocente delusione e amarezza per la perdurante incomprensione a cui la sua opera andava incontro. Nel triennio 1952-’55 la sua ricerca pittorica procede per cicli tematico-compositivi ricorrenti: Figure nello spazio, Angoscia, Presenze, Teste, Marine e, nel 1960, il ciclo dei Tumulti.

Riceve, nel 1961, la medaglia per la cultura della Presidenza della Repubblica Italiana e inizia a dipingere le prime Architetture cosmiche. A Venezia, nel 1962 il Comune organizza una ampia mostra antologica all’Ala Napoleonica.

Sviluppa le Architetture cosmiche e le marine, nascono i temi degli “Occhi” e della “Prigioniera”. Come di consuetudine, nel 1964 espone una sala personale alla XXXII Biennale di Venezia, presentato da Francesco Arcangeli. Nel 1967 partecipa a Firenze alla rassegna “Arte moderna in Italia 1915-1935” curata da Carlo Ludovico Ragghianti. Inizia il ciclo delle “Grandi teste”. Nel biennio 1969-70, suggestionato dalle foreste marchigiane conosciute in occasione del viaggio a Recanati, inizia a dipingere i Grandi Alberi. Nel 1971 il Museo Civico di Bologna organizza al Palazzo dell’Archiginnasio un’ampia antologica a cura di Arcangeli. Tra il 1974 –’76, sarà omaggiato ancora una volta dalla città, nella Galleria di Palazzo d’Accursio si espongono le opere donate alla Galleria d’Arte Moderna, trentacinque dipinti eseguiti dal ’57 al ’74 e undici pezzi di grafica. Nel 1981, celebra a Venezia i novant’anni con un convegno della Fondazione Cini, all’isola di S. Giorgi; a Firenze, presso il circolo della Stampa, gli viene attribuito il prestigioso riconoscimento del Premio San Luca. Il 7 gennaio del 1984 muore a Venezia mentre è in corso alla Galleria il Traghetto un’esposizione dei suoi ultimi dipinti che testimoniano l’estrema vitalità e attualità dell’artista.

Galleria Cinquantasei
Via Mascarella, 59/b
Bologna 40126 Italia
Tel. +39 051 250885
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www.galleria56.it

Orari di apertura
Lunedì - Sabato 10.00 - 13.00 e 16.00 - 19.00
Domenica per appuntamento

Immagini correlate

  1. Virgilio Guidi, Il Canal Grande, 1927, olio su tavola, 60 x 40 cm
  2. Bruno Saetti, Fanciulli con strumenti musicali, 1947, affresco su tela, 90 x 79 cm
  3. Virgilio Guidi, Bacino di San Marco (dettaglio) 1972, olio su tela, 50 x 70 cm
  4. Virgilio Guidi, Autoritratto con tavolozza, 1930, olio su tela, 75 x 62 cm
  5. Bruno Saetti, Natura morta con i fiori, 1955, olio su tela, 70 x 50 cm
  6. Bruno Saetti, Autoritratto con la famiglia, 1931, olio su tela, 86,5 x 62,5 cm