Da sempre un bosco ricorda l'antico tempo della dea lunare, quando l'acqua serviva per le sacre abluzioni, quando il rito si perpetuava durante il novilunio per assicurare buoni auspici e lunga vita. Il fiume sacro aveva scelto quella zona per donare i suoi privilegi e ancora oggi incombe un silenzio che continua a lavorare in segreto. La presenza sacra è ovunque, dedicata a coloro che non hanno più parole e che pregano affinché il mito antico non muoia, e le bancarelle dei mercanti non infestino anche queste zone.

Occorre protezione. Desiderio d’invisibile, di non lasciare traccia, per volare liberi verso la genesi. In tale ombra è ancora possibile parlare con gli uccelli la lingua misteriosa che un tempo fu preziosa per la creazione e oggi come presagio. Per non tradire la vita. Ora in viaggio verso la terra oscura, alla ricerca di figure riconoscibili disposte in circolo, come tempio stellare, dagherrotipo volante di un'immagine celeste. Perché il sacro vive negli opposti e nella caduta respira la sua stessa rinascita. Nascita di Aracne, disegnata come fosse un alfabeto che risolleva le sorti.

Fuori di qua! In questo luogo si entra solo per pregare. Non vi è forza né ragione che possa riempire questi spazi. BoscoMadre dei Mondi segna il passaggio e taglia la testa al demone del rumore. Rami puntati verso la luna, in attesa di una partenza, antenne che captano antiche vibrazioni. Tutto tace, non si può sprecare l'energia che servirà per il decollo. Il seme non può essere disperso e giace conservato dentro al corpo delle sacerdotesse.

Il crepuscolo si affaccia di nuovo, e si fa spazio nell'intricato labirinto dove la commozione riempie il pozzo del dolore. Senza fondo, senza uscita. Sirena lascia fluire i messaggi indecifrabili del passato, come oro dentro uno stampo. Presto verranno coniate nuove monete e con esse un nuovo linguaggio. Le gemme riprenderanno a vivere e la luna sarà meno sola. La nuova terra non è così lontana, ma si perde ancora tra chiome incise sulla pietra. Acconciature reali, segni di un'antica epopea verso cui inginocchiarsi.

La Dama dell’Attesa non svelò mai il segreto della notte, ma impose di camminare fino a raggiungere la parola segreta, nei luoghi ove il tempo è orizzontale, inchiodato in modo sconcertante a un’ombra femminile. Questo è il territorio del nulla, del mai esistito e del sempre antico. È la terra che punisce col ferro e col fuoco chi pecca di orgoglio e avanza stoltamente alla ricerca di un sogno.

In queste opere di Octavia Monaco fruttificano i miraggi, specchi di luce concentrica, che catturano l'anima e la rendono prigioniera dentro filamenti infiniti. Qui si esalta l'essenziale. Dove la vita chiede vita e la terra diventa esigente e pretenziosa. Le custodi di questi luoghi insegnano la bellezza al di là dei canoni estetici e donano sapore all’enigma della vita. Non c'è spazio per dolore inutile e sciocca felicità. Questa è la terra del peccato e della passione. La terra senza terra. Le radici al cielo. La colpa senza pentimento. Questa terra sincera e convessa come cielo sabbioso, può ridare vita e sogno. Oppure toglierlo per sempre. Nello stesso attimo...

Testo di Morena Poltronieri, direttrice Museo Internazionale dei Tarocchi