Mimesis et Inventio, ossia una rappresentazione figurativa della realtà così come appare ed una sua interpretazione trasfigurata, rappresentano da sempre i poli estremi di qualunque espressività artistica. Nel caso qui specifico del realismo, le cui origini sono riscontrabili addirittura nella Grecia arcaica, rivoluzionaria è risultata l'invenzione della fotografia, le cui conseguenze sulla pittura hanno portato, negli Stati Uniti alla fine degli anni '60 del secolo scorso, alla nascita del cosiddetto “Fotorealismo”, di una maniera di rappresentare la realtà, cioé, che si prefiggeva una totale ed assoluta fedeltà al visibile, fino ad un'altissima definizione facilmente equivocabile con la fotografia stessa, senza concessione alcuna al sentimento del suo interprete.

Nel Vecchio Continente tale sfida, grazie all'utilizzo di strumenti ottici antesignani della moderna fotografia, ha costituito un ininterrotto percorso all'interno della Storia dell'arte: da van Eyck ad Ingres, passando per Leonardo e Caravaggio, un'intera tradizione figurativa si è espressa in termini di realismo estremo, ben prima che da oltre oceano arrivasse quell'onda alla moda, diversamente infarcita di Pop Art e tecnologia. Marco Martelli, unendo freddo occhio iperrealista (la traduzione europea del Fotorealismo statunitense) a quello, più caldo ed emozionato di una millenaria tradizione realista, opera la sua personale sintesi espressiva, riuscendo nel contempo a far convivere Mimesi ed Invenzione, apparentemente fredda rappresentazione “fotografica” della realtà ed una sua emozionata trasfigurazione.

Il dettaglio iperrealistico, dunque, si carica d'emozione, diventando elemento armonico con una visione metafisica, quindi trasfigurata, del paesaggio, così come il ritratto, affrontato spesso con impietosa fedeltà, si carica di emozioni che poco o nulla hanno a che fare con la siderea freddezza di un'oggettività autenticamente tale. Ne risulta una pittura italianissima, nuovo e vivificato capitolo di una tradizione all'interno della quale nulla s'inventa, ma tutto s'evolve e rinasce grazie ad una tecnica senza tempo e ad una sensibilità in grado di tradurre nella contemporaneità una visione del mondo insieme reale e ideale, visibile e trasfigurata.

Testo di Alberto Agazzani. A cura di Marco Martelli